"Chiunque entra sulla scena di un crimine prende con se qualcosa dalla scena e lascia qualcosa di se su di essa."
Principio di Scambio di Edmond Locard

Edmond Locard naturalmente si riferiva a prove fisiche - impronte digitali, capelli, fibre, sangue, terriccio, e così via - ma la sua regola è applicabile anche a "impronte metodologiche e psicologiche" lasciate dal criminale sulla scena del crimine.

Un criminale può lasciare una o entrambe le tracce dei seguenti processi comportamentali: Modus Operandi (MO, o modalità operativa) e/o la firma - l'impronta personale dell'autore del reato.

Mentre ogni crimine ha un MO, non tutti i reati hanno una firma, o almeno, uno immediatamente visibile o riconoscibile1.
La stessa azione - ad esempio lo smembramento di un cadavere2 - potrebbe infatti essere un MO per un criminale, mentre una firma per un'altro.

Il MO è ciò che l'autore del reato deve fare per commettere il suo crimine - rompere una finestra, guidare per le strade in cerca di autostoppisti, porsi come fotografo di moda - e si tratta di un comportamento appreso e mutevole che rispecchia le circostanze esterne che influenzano il comportamento del criminale  - invece di rompere una finestra, può cercare una porta aperta; invece di usare la corda per legare una vittima, può usare le manette.

La firma, invece, riflette una fantasia radicata che il criminale ha del suo reato - è qualcosa che fa per se stesso, indipendentemente dalle necessità del crimine - ed Ã¨ sempre statica perché emerge da una lunga storia di profonde fantasie che si sono evolute molto tempo prima che venisse commesso il suo primo delitto. Il criminale porta quelle fantasie con se sulla scena del crimine.
Il nucleo essenziale della firma è sempre la stessa, ma la sua espressione può evolversi e cambiare, e le circostanze estranee ne possono influenzare il carattere o anche la presenza - per esempio, se il colpevole viene interrotto durante il reato e fugge prima di poter firmare l'atto.

E' poi possibile trovare delle alterazioni deliberate della scena del crimine o della posizione del corpo della vittima.

Se queste alterazioni sono fatte per confondere o fuorviare gli investigatori, sono chiamate "messa in scena" (Staging) e fanno parte del MO.
Se le alterazioni, invece, sono fatte per soddisfare le fantasie del criminale sono chiamate "messa in posa" (Posing).

Una vittima a volte viene utilizzata come una sorta di messaggio al mondo. L'intenzione può essere quella di scioccare chi ritrova il cadavere o esprimere un "valore" della vittima.

Sin dal suo primo omicidio, anche il serial killer - come qualsiasi altro criminale - può lasciare gli elementi metodologici e psicologici appena descritti.



1 - Riconoscere e distinguere la firma dal MO è uno dei compiti essenziali del Profiler.
2 - Per esempio - Paul Bernardo, un serial killer canadese, ha smembrato una delle sue vittime, perchè serviva a nascondere il suo crimine: era parte del suo modus operandi. Grazie all'apprendimento, la vittima successiva non è stata smembrata, perché l'assassino ha appreso che si trattava di un compito disgustoso e ha concluso che non era necessario. D'altra parte, lo smembramento delle vittime di Edmund Kemper, un serial killer californiano, era una firma perchè non aveva niente a che fare con la necessità di nascondere i corpi.

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