Come abbiamo visto nel post precedente, la maggior parte dei casi di uxoricidio - quando un marito uccide la moglie - sono motivati dalla gelosia sessuale del maschio. Questo avviene per circa l'85% dei casi.

Il marito è sconvolto perché la moglie sta cercando di allontanarsi da lui, lo sta minacciando di abbandonarlo, o sta mostrando interesse sessuale per un altro uomo.

Quando le mogli uccidono i propri mariti, è interessante notare l'utilizzo dello stesso modello ma, la causa è sempre la gelosia sessuale del maschio.


Le mogli di solito uccidono i propri mariti perché questi sono particolarmente aggressivi e gelosi.

Le donne sentono il bisogno di uscire e liberarsi dal controllo maschile e, nella maggioranza dei casi, è realmente giustificabile. Nella maggior parte dei casi infatti si tratta di legittima difesa.

Ora, ha un certo senso che una donna, sposata con un uomo ossessivamente geloso e con il quale non vuole più stare, utilizzi un'aggressione letale per uscire da una situazione di violenza.

Ha invece molto meno senso che un uomo, impegnato con una donna con cui vuole avere dei figli, uccida la propria partner.

Venir abbandonato dalla propria compagna che si impregna con un altro uomo potrebbe aver generato una potente pressione selettiva negativa sui maschi umani durante l'intera fase evolutiva della nostra specie. Ci si potrebbe aspettare quindi che la selezione naturale abbia disegnato una funzione adattativa nei maschi per tentare di impedirlo. Il meccanismo di gelosia maschile sembrerebbe farlo.

Ebbene, la maggior parte delle persone - e sottolineo la maggior parte dei maschi -  tenta di mantenere i propri partner nello stesso modo in cui uomini e donne cercano di mantenere le proprie amicizie - cercando di essere utili e gentili, cercando di creare un rapporto buono ed onesto che venga corrisposto - in modo tale che si possa beneficiare reciprocamente del rapporto.

Tuttavia non dobbiamo ignorare che a volte la gente utilizza le minacce e la forza al fine di mantenere gli altri individui accanto a se.

I maschi, per centinaia di migliaia di anni, come indicato anche dalla documentazione archeologica, hanno cercato di controllare la sessualità femminile tenendo le proprie partner sotto controllo e impedendo loro di accoppiarsi con altri utilizzando spesso minacce di aggressione e violenza.


Osservando i dati provenienti da qualsiasi tipo di società civile  - sia moderna che arcaica - e mettendoli in relazione con i casi di violenza omicida tra coniugi in cui i mariti uccidono le mogli, si ottiene lo stesso risultato.

Si tratta di casi in cui i maschi si sentono sessualmente possessivi nei confronti delle proprie mogli, ex mogli e/o fidanzate. Pertanto viene usata la violenza contro le donne, e contro quei maschi a cui queste potrebbero interessare.

Questo si nota chiaramente nel caso di omicidio commesso da O. J. Simpson di cui abbiamo parlato la volta scorsa. OJ a causa della gelosia sessuale ha perso il controllo e ha ucciso sia l'ex moglie che il nuovo fidanzato di questa con un coltello.

Tuttavia, possiamo dire che questo tipo di omicidi non sono adattamenti evolutivi.

Non sono il risultato di una progettazione mediante una selezione naturale che porta i  maschi ad uccidere le proprie partner. Se un uomo uccide la propria compagna, il risultato è che diminuiscono le sue probabilità di riproduzione. Dal punto di vista evolutivo e di selezione naturale questo è un comportamento stupido.

La gelosia sessuale maschile è stata progettata per mantenere la donna - o femmina nel mondo animale - accanto al maschio per evitare che si accoppi con altri ed è un adattamento che può usare minacce e aggressioni per svolgere la propria funzione. Quando però termina con un omicidio, è da considerarsi un errore, uno sbaglio, un incidente non voluto. Questi omicidi sono quindi dei sottoprodotti di diversi adattamenti.

Questa spiegazione porta inoltre alla luce  alcuni dati molto interessanti.

Uno di questi è che la gelosia sessuale maschile e gli uxoricidi sono destinati a mogli giovani e sessualmente attraenti e attive. Le mogli più vecchie, che hanno già avuto cicli di riproduzione o che hanno superato l'età riproduttiva (menopausa), hanno meno probabilità di essere uccise o causare gelosia sessuale maschile.

Altro dato fondamentale in quasi tutti i casi, è che il maschio motiva l'azione criminosa per qualche forma di gelosia sessuale e accusa la moglie di essere una "poco di buono", di averlo tradito, o averlo minacciato di abbandono. L'omicidio della moglie, inoltre, raramente avviene mediante l'utilizzo di armi. Pur essendo quindi  molto arrabbiato e minacciando la partner anche in modo aggressivo, spesso l'omicidio sembra non essere intenzionale. Questo viene anche spesso confermato dall'omicida che si auto-denuncia.

Le mogli non hanno questi stessi risultati.
Le donne che uccidono i mariti sono molto più propense a usare le armi e a confessare di aver commesso il reato perchè non più in grado di sopportare la gelosia dei partner.

Quindi, in conclusione, la spiegazione evolutiva standard sull'uxoricidio è che è in gran parte guidato da un sottoprodotto della gelosia sessuale maschile.

Non è progettato dalla selezione naturale e la gente non è progettata per uccidere il proprio coniuge. A volte il risultato di questo adattamento porta all'utilizzo di minacce di violenza e di controllo.

Come il fratricidio e l'infanticidio, anche l'uxoricidio è un tipo di omicidio relativamente raro.

L'omicidio più comune, senza alcun dubbio, si verifica quando un maschio uccide un altro maschio durante un alterco - l'omicidio in senso stretto.

Ma ne parleremo la prossima volta.

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