In questa serie di articoli di Redjack cercherò di introdurre il lettore ad alcune considerazioni scaturite alcuni giorni fa leggendo alcune interviste a Peter Vronsky riguardo ad una possibile nuova ondata di omicidi seriali e relativi serial killer con l'avvicinarsi del 2035.

Per fare ciò devo innanzitutto introdurvi l'intervistato e la sua recente tesi sul fenomeno dei serial killer che merita sicuramente l'attenzione di chi si interessa dell'argomento.

Visto la complessità del tema trattato è necessario quindi suddividere l'argomentazione in più punti e in più articoli.

Nel 1979,  Peter Vronsky stava lavorando come assistente di produzione e stava viaggiando a New York per la produzione di un film. Nella necessità di trovare un posto economico in cui soggiornare prenotò in un hotel poco raccomandabile noto per la presenza di prostitute. Mentre stava cercando di fare il check-in,  un individuo ai piani superiori aveva assassinato due donne nella propria stanza, aveva mozzato loro le teste, dato fuoco ai torsi e stava fuggendo dalla scena del crimine.

I due si incontrarono davanti all'ascensore della hall dell'hotel. Vronsky stava cercando di salire nella propria camera, Richard Cottingham - il Times Square Torso Killer1 - con una borsa (probabilmente contenente le teste delle vittime) stava lasciando l'edificio.

Fu un incontro lungo dieci secondi. Solo in seguito Vronsky scoprì chi fosse quell'uomo. Ma da quel momento in poi iniziò a studiare i serial killer.

Oggi Peter Vronsky è storico investigativo, professore alla Ryerson University di Toronto e ha scritto diversi libri sull'argomento, tra cui Serial Killers: The Method e Madness of Monsters, uno dei testi fondamentali e che ogni criminologo dovrebbe avere sullo scaffale.

Recentemente ha pubblicato Sons of Cain: A History of Serial Killers from the Stone Age to the Present, in cui tenta di arrivare alla creazione del serial killer catalogando 17.000 anni di maniaci omicidi, da Caino a Jack lo Squartatore al Green River Killer.

Ma cosa crea gente come loro, quali somiglianze hanno con le persone normali e da quanto tempo sono in giro?

Vronsky osserva le ragioni alla base delle atrocità che caratterizzano quella che può essere considerata l'epoca d'oro dei serial killer, un periodo tra il 1970 e il 1999 quando emerse per la prima volta il termine serial killer.

I dati raccolti da vari ricercatori suggeriscono un aumento degli omicidi seriali a partire dalla fine degli anni '60, con un picco negli anni '80 - quando c'erano almeno 200 assassini simili che operavano solamente negli Stati Uniti - e una successiva tendenza al ribasso nei due decenni successivi.

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Pensate a Ted Bundy, John Wayne Gacy, a Jeffrey Dahmer e all'epoca in cui i serial killer erano di spicco nella società e all'apice della cultura popolare. Statisticamente, è un'epoca in cui l'82% dei serial killer americani nel XX secolo fece la sua apparizione.

Ma cosa ha causato quell'ondata di crimini in quel periodo?

Questo è il mistero che Vronsky cerca di risolvere nel suo Sons of Cain: A History of Serial Killers from the Stone Age to the Present.

Spesso la spiegazione ha a che fare con com'era la società quando avvennero quegli omicidi. Ma occorre anche fare un passo indietro ed analizzare tutti i dati a disposizione.
  • Statisticamente, i serial killer uccidono per la prima volta a 28 anni (in media).
  • Tuttavia, le loro fantasie iniziano a svilupparsi già a partire dai 5 anni - di solito dai 5 ai 14 anni.
Quindi, per comprendere un serial killer occorre guardare a quando questo era bambino.

Così osservando l'ondata di serial killer dell'età dell'oro si può notare che è composta principalmente da persone cresciute negli anni '40 e '50.

Il prossimo passo è quindi  analizzare il contesto in cui queste persone vivevano, in che tipo di cultura sono cresciuti e chi furono i loro genitori.

Nel secondo articolo vi introdurrò a tutto questo per arrivare a comprendere infine l'inquietante titolo di questa serie.



1 - Cottingham ha "ufficialmente" ucciso 6 persone, sebbene abbia affermato di averne uccise un centinaio. Il suo soprannome deriva dal fatto che smembrasse i corpi delle vittime lasciando solo i torsi sulla scena del crimine.

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