Nell'articolo precedente di questa serie, abbiamo introdotto quella che viene considerata l'età dell'oro degli omicidi seriali - tra il 1970 e il 1999 - e di come l'ondata di serial killer di quel periodo sia composta principalmente da persone cresciute negli anni 40 e 50 del XX secolo.

Analizziamo ora il contesto in cui questi assassini hanno vissuto la propria infanzia, in che tipo di cultura sono cresciuti e chi furono i loro genitori, ed in particolare i loro padri.

Se si guarda al fenomeno dei serial killer con questa prospettiva, si può affermare che stavano crescendo in un periodo caratterizzato da due eventi importanti:


  • la Grande Depressione che decimò una generazione di uomini che avrebbero dovuto essere i capifamiglia 

La grave crisi economica e finanziaria sconvolse l'economia mondiale alla fine degli anni venti, con forti ripercussioni durante i primi anni del decennio successivo. La depressione ebbe effetti recessivi devastanti sia nei paesi industrializzati sia in quelli esportatori di materie prime con un calo generalizzato della domanda e della produzione.

Il fallimento dei tentativi iniziali di trovare soluzioni comuni sul piano internazionale alla crisi spinse da una parte tutti i paesi a introdurre misure protezionistiche e a creare "aree economiche chiuse" dall'altra i governi furono indotti a sperimentare su vastissima scala forme di partecipazione diretta dello Stato alla vita economica nazionale.

Effetti della Grande depressione negli Usa e nel Mondo furono: fame diffusa, povertà e disoccupazione, crisi economica a livello mondiale e sfiducia nel sistema capitalistico.

La Germania subì il contraccolpo più violento per via della grave crisi economica in cui già versava la Repubblica di Weimar per effetto anche dei debiti di guerra della Prima Guerra Mondiale, con la grande depressione che provocò milioni di disoccupati, che andarono poi a formare la base di consenso che portò all'ascesa e al potere il Partito nazionalsocialista guidato da Adolf Hitler e tutto ciò che ne conseguì. 

Nel complesso, nonostante un accenno di ripresa a partire dal 1933, la crisi non fu mai completamente superata fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il più grande conflitto armato della storia, costato all'umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri con un totale di morti che oscilla tra i 55 e i 60 milioni di individui. 

Le popolazioni civili si trovarono coinvolte nelle operazioni in una misura sino ad allora sconosciuta, e furono anzi bersaglio dichiarato di bombardamenti a tappeto, rappresaglie, stermini, persecuzioni e deportazioni. . 

Si pensa solitamente alla Seconda Guerra Mondiale come a una "guerra buona" per liberare il mondo dalla piaga del Terzo Reich. Ma non esistono guerre buone e questa è stata un inferno sulla Terra che ha "spezzato" molti uomini.

Una "generazione spezzata" di soldati di ritorno dalla Seconda Guerra Mondiale - dai campi di battaglia in Europa e nel Pacifico - ha generato l'America come super-potenza mondiale e, guardando l'esperienza dei militari nella Seconda Guerra Mondiale1, si può iniziare a comprendere che non si potè combattere nobilmente quel nemico.

Si è dovuto combattere con incredibile ferocia, quasi nel modo in cui sono stati affrontati i Neanderthal.

Fu una guerra di distruzione totale. E così i giovani uomini che sono andati a combattere sono stati coinvolti in una guerra quasi genocida perché si stava combattendo i perpetratori di un genocidio. Pertanto, è presumibile che molti uomini siano tornati dalla guerra traumatizzati e senza sbocco.

Dobbiamo inoltre ricordato che all'epoca non era ancora stato diagnosticato il disturbo da stress post-traumatico come accadde per quei militari che tornarono dopo diversi anni di servizio dalla guerra del Vietnam.

Gli uomini che tornarono dalla Seconda Guerra Mondiale dovettero essenzialmente accettare ciò che accadde e farselo piacere - furono beneficiari della G.I. Bill, gli venne detto di andare al college e non pensarci più.

Ma gli eventi vissuti hanno portato traumi all'interno della famiglia e all'educazione dei figli in modo sottile, un'ombra che striscia da mente a mente fino a sfociare in abusi fisici e psicologici su minori, violenza domestica magari grazie anche all'ausilio di sostanze ( farmaci e alcolici) per alleviare gli incubi della guerra.

L'orrore di quella guerra ha cominciato ad emergere solo in questi ultimi due decenni, quando si è iniziato a parlare ed osservare il tasso di stupri che i soldati hanno perpetrato in quella guerra, ad esempio. Le statistiche sono sbalorditive e si parla di stupri di donne che si stava cercando di liberare in Francia, in Italia e così via.

Se poi si guarda al fronte Pacifico - dove c'è stata davvero una guerra genocida in termini di guerra tra razze - si vedono atti di necrofilia ritualistica, la presa di teste, l'estrazione dei denti e la raccolta di trofei umani e si inizia a capire quanto debba essere stata traumatica quell'esperienza, non solo per quelli che perpetrarono quelle cose, ma per chiunque ne sia stato testimone o ne abbia sentito parlare.

Oltre a questi fattori storici, c'è poi un fattore - e che l'FBI ha identificato - che è l'affermarsi all'interno della cultura americana di riviste che celebravano la cultura dello stupro. Ne abbiamo parlato anche qui.

Riviste come True Detective, o altre riviste d'avventura per uomini dell'epoca,  avevano copertine dai toni forti anche se non pornografiche - il che è anche peggio poiché la pornografia allevia l'immaginazione del lettore- e  sembravano studiate per evocare l'immaginazione per poter assaporare totalmente le storie in esse contenute.

Si viveva il passo successivo di quell'avventura per soli uomini nella mente. E così si celebrava la schiavitù delle donne e la tortura delle donne su ogni copertina.

C'era sempre una donna legata in abiti succinti o strappati che spesso guardava il lettore. Quindi era quasi come se la persona che stava guardando la copertina fosse quella che stava per perpetrare il crimine. Quindi essenzialmente metteva il lettore nei panni e nella mente del criminale.

Tutti questi fattori messi insieme potrebbero spiegare, come suggerisce Peter Vronsky nel volume Sons of Cain: A History of Serial Killers from the Stone Age to the Present, i 2.065 macellai che hanno ottenuto il titolo di serial killer per lo spargimento di sangue nella seconda metà del XX secolo: "un'ondata invisibile di padri traumatizzati dalla guerra" tornati a casa dai campi di battaglia e che hanno dato origine ad una generazione di assassini emotivamente squilibrati a causa degli effetti di quello che non venne riconosciuto come disturbo da stress post-traumatico.

Ovviamente non è automatico che si diventi serial killer, ma sappiamo che i problemi comportamentali negli adulti sono spesso il risultato di traumi infantili. Che si tratti di serial killer, ladri o tossicodipendenti, le famiglie distrutte producono bambini distrutti che crescono per essere adulti distrutti.

Nel prossimo articolo vedremo l'importanza dell'educazione e dell'integrazione sociale come mezzi per inibire gli istinti violenti.



1 - Eliminando la nozione che quella fu l'ultima guerra buona che venne combattuta in modo nobile contro un orribile nemico.

2 - Con la pornografia non hai bisogno di immaginare... è tutto molto esplicito.

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