Nel XIX secolo la Gran Bretagna vide un enorme incremento della popolazione accompagnato da una rapida urbanizzazione stimolata dalla rivoluzione industriale ma, non per tutti l'espansione economica portò il benessere sperato. Le condizioni di vita tra i poveri di Londra erano terribili.
Le campagne si svuotarono e la maggior parte della popolazione si riversò nelle città più industrializzate. Il gran numero di persone non specializzate e in cerca di lavoro contribuirono a mantenere le paghe appena al livello di sussistenza. Le abitazioni disponibili erano scarse e costose, e questo portò al sovraffollamento. Questi problemi erano ovviamente ingigantiti a Londra, dove la popolazione cresceva a velocità record.
Le case di grandi dimensioni furono trasformate in appartamenti e case popolari, e poichè i proprietari non provvedevano alla ristrutturazione di queste residenze, comparvero i bassifondi.
Kellow Chesney descrisse la situazione in questi termini:
"Orribili bassifondi, alcuni di questi estesi per ettari, alcuni non più che recessi di miseria oscura, costituiscono una parte notevole della metropoli... In grandi case, un tempo belle, trenta o più persone di tutte le età possono vivere in un'unica stanza." - The Victorian Underworld -
L'età vittoriana divenne nota per l'impiego di minori in fabbriche, miniere e come spazzacamini. Il lavoro minorile, spesso nato a causa di ristrettezze economiche, giocò un ruolo importante fin dall'inizio della Rivoluzione industriale.
I bambini venivano mandati a lavorare già all'età di 3 anni. Nelle miniere di carbone i bambini iniziavano a lavorare a 5 anni e generalmente morivano prima dei 25.
Le ore di lavoro erano molte: i muratori potevano lavorare anche 64 ore a settimana in estate e 52 in inverno, i domestici lavoravano 80 ore a settimana. Molti bambini (e adulti) lavoravano 16 ore al giorno.
"Mio padre è morto da circa un anno; mia madre è vivente ed ha dieci figli, cinque maschi e cinque femmine; il più anziano di circa 30 anni, il più giovane di quattro; tre ragazze lavorano in fabbrica, tutti i ragazzi lavorano in miniera, due estrattori e tre portatori; uno vive a casa e non fa nulla; la mamma non lavora ma si occupa della casa. Tutte le mie sorelle sono state portatrici, ma tre sono entrate in fabbrica. Alice ci è andata perché le sue gambe si gonfiavano perché trasportava il carbone attraverso l'acqua fredda quando era sudata. Io non sono mai andata alla scuola regolare; vado a quella domenicale, ma non so leggere né scrivere; vado in miniera alle cinque in punto del mattino ed esco alle cinque del pomeriggio; faccio prima colazione con farinata d'avena; porto la cena con me, una focaccia, e la mangio mentre lavoro; non ho tempo di fermarmi o riposarmi per mangiare; non prendo nient'altro finché non torno a casa; a casa mangio carne e patate, ma la carne non tutti i giorni. Lavoro con i vestiti che indosso adesso, pantaloni e una giacca logora; quest'area calva sulla testa è dovuta al fatto che trascino i carrelli minerari; le mie gambe non sono mai gonfiate, ma quelle di mia sorella sì, per questo è andata in fabbrica; trascino i carrelli per un chilometro e mezzo circa sotto terra avanti e indietro; pesano circa 150 kg; ne trasporto 11 al giorno; indosso una cintura e una catena al lavoro per portare fuori i carrelli;" - Patience Kershaw, 17 anni, portatrice di carbone, testimonianza raccolta dalla Commissione Mineraria Ashley, 1842 -
Molti personaggi importanti dell'epoca, tra cui Charles Dickens con i suoi romanzi, cercarono di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'argomento.
Dickens, lavorò all'età di 12 anni in una fabbrica di lucidi da scarpe, essendo la sua famiglia in una prigione per debiti.
Dickens, lavorò all'età di 12 anni in una fabbrica di lucidi da scarpe, essendo la sua famiglia in una prigione per debiti.
Questi sforzi portarono a qualcosa nel 1870 quando venne promulgata una legge che istituiva l'istruzione obbligatoria per tutti i bambini tra i 5 e 12 anni.
La condizione femminile e la mentalità dell'epoca associata alla ristrettezza economica delle classi sociali meno agiate, diede un nuovo impulso e volto a quello che divenne noto come "Il Grande Male Sociale": la prostituzione.
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