Negli articoli precedenti di questa serie, abbiamo introdotto quella che viene considerata l'età dell'oro degli omicidi seriali - tra il 1970 e il 1999 - e di come fattori storici come la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondialecombinati con l'affermarsi all'interno della cultura americana di riviste che celebravano la cultura dello stupro abbiano potuto avere un'influenza sulll'ondata di serial killer di quel periodo, composta principalmente da persone cresciute negli anni 40 e 50 del XX secolo.

Abbiamo inoltre visto come 15.000 anni fa, sviluppando l'agricoltura e vivendo in gruppi e città, iniziammo a socializzarci e a dare origine alla società umana per inibire i nostri istinti violenti.

La socializzazione Ã¨ quel processo di trasmissione di informazioni attraverso pratiche e istituzioni capaci di trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio culturale accumulato fino a quel momento grazie a due particolarità:

  • Ogni società ha una vita più lunga rispetto agli individui che la compongono
  • Il patrimonio culturale comprende l'insieme di competenze sociali di base e competenze specialistiche che diversificheranno la società. 

Si ha per questo motivo una “socializzazione primaria” che assicura il primo obiettivo; e una “socializzazione secondaria” che si occupa del secondo.

Il primo stadio riguarda i primi anni di vita di un bambino, fino circa l'inizio delle scuole primarie. Segue poi la fase successiva che dall'inizio della scuola si protrae per tutto l'arco della vita.

Il patrimonio culturale di generazione in generazione viene modificato, in quanto la società continua a modificarsi di fronte a nuovi fattori. Per questo una parte del patrimonio (la parte obsoleta) viene di volta in volta accantonata e lascia spazio all'innovazione.

In altre parole, la socializzazione è un processo di apprendimento che porta i minori, inseriti in un determinato contesto sociale e culturale del quale assimilano le norme sociali e condividono il linguaggio e il riferimento ai valori, a preferire specifici codici di comportamento, modalità alimentari, interpretazioni della realtà sociale.

Nel processo di socializzazione di una nuova generazione, sono esistenti entrambi i fattori sia quello genetico cioè che quello sociale di base, ma pare che le informazioni genetiche siano soprattutto delle potenzialità che si possono sviluppare, non delle informazioni precise e restrittive. Questo è anche ciò che più differenzia l'essere umano dal resto della specie animale, che invece presenta un alto grado (rispetto ad esso) di informazioni genetiche precise e un minore grado di facoltà di apprendimento.

Alla nascita, un bambino, è un essere dotato di grande plasticità cerebrale entro i limiti posti dalle caratteristiche biologiche della specie. Le modalità e gli esiti della prima fase di socializzazione condizionano, ma non determinano le modalità e gli esiti delle fasi successive. L'esperienza della prima socializzazione, determinerà il rapporto che il bambino crescendo poi manifesterà nei confronti del mondo.

Se la prima socializzazione risulta appagante, se l'attaccamento alla madre viene ripagato con una buona interpretazione dei bisogni del bambino, egli svilupperà un atteggiamento positivo nei confronti della vita. La stabilità affettiva, il frequente contatto fisico, sono tutti fattori che creano nel bambino sicurezza e fiducia in se stesso e nel mondo che lo circonda.

Tuttavia, il bambino non è solamente un essere che reagisce ai fattori esterni, ma è anche lui il protagonista insieme ai genitori del rapporto che va formandosi.

I genitori nell'educare il bambino dispongono di una molteplicità di metodi di punizione/premio, la loro efficacia e la loro attuazione determinerà una buona o una cattiva interiorizzazione delle regole da parte del neonato. Man mano che l'individuo cresce, i suoi rapporti sociali si estendono dalla madre, alla famiglia, a gradi sempre più elevati e diversificati. Allo stesso modo l'individuo dovrà cambiare pur mantenendo stabile la propria identità. In questo processo si possono distinguere due componenti che corrono parallelamente:


La socializzazione secondaria, è quell'insieme di pratiche messe in atto dalla società che consentono agli individui di assumere ed esercitare ruoli adulti.

Ogni individuo ricopre una pluralità di ruoli che si colloca tra loro in sfere separate. Dalla sfera dei ruoli familiari a quelli professionali ecc. Il termine che individua l'insieme dei ruoli di un individuo, si chiama role set.

I ruoli cambiano e/o si evolvono nel tempo, inoltre sono tra loro interdipendenti per cui una svolta nell'ambito di un ruolo può comportare cambiamenti e/o assestamenti negli altri ruoli che il soggetto ha.

La socializzazione secondaria è dunque un processo continuo, che dura tutto l'arco della vita e di cui si possono sottolineare due aspetti:

  • L'aspetto cumulativo di tutti in processi di apprendimento che accompagnano la socializzazione.
  • L'aspetto della continuità del processo di socializzazione secondaria, per cui l'individuo diventa consapevole (al contrario della socializzazione primaria) della propria posizione all'interno di un processo duraturo dentro il quale lui è l'agente primario del processo stesso.

La scuola, è la prima istituzione sociale extradomestica con la quale l'individuo inizia il proprio processo di socializzazione secondaria

Al di là dei contenuti dell'insegnamento, il soggetto, è innanzitutto indotto a socializzarsi con gli altri attraverso una molteplicità di ruoli che si trova a interpretare di fronte all'autorità dell'insegnante, la tendenza alla prestazione premiata, la competizione con i compagni ma anche la cooperazione con i compagni stessi.

Il gruppo dei pari, cioè tra individui che sono formalmente sullo stesso piano e tra i quali non esiste un rapporto sanzionato di autorità o di subordinazione (fratelli, compagni di scuola, di lavoro ecc.) svolgono un importante ruolo lungo il processo di socializzazione secondaria.

Tra i vari tipi di gruppo a cui un soggetto può appartenere, un'importanza particolare spetta ai gruppi politici che determinano la socializzazione politica dell'individuo. Ogni gruppo politico infatti dispone di strumenti di indottrinamento e di controllo per incanalare i propri membri nella direzione delle proprie linee d'azione.

Tra i mezzi di socializzazione secondaria, ormai sono di primo piano anche i mezzi di comunicazione di massa in quanto la loro influenza si sovrappone a quella degli altri agenti di socializzazione.

È noto infatti come i mass media, possono svolgere un'attiva concorrenza agli altri agenti di socializzazione, talvolta producendo anche dei conflitti di socializzazione.

Gli agenti di socializzazione agiscono indipendentemente l'uno dall'altro per cui un individuo nel corso della vita accumula delle esperienze di socializzazione tutt'altro che armoniche e lineari.

L'istituzione della scuola, ad esempio può produrre in un individuo degli effetti incoerenti quando un insegnante sfiducia e un altro incoraggia uno stesso ragazzo. I mezzi di comunicazione di massa sono altrettanto incoerenti e producono effetti di dispersione e eterogeneità piuttosto che di omologazione.

Nel processo di socializzazione secondario, l'individuo può portare coerenza nei processi di socializzazione conflittuali e contrastanti, dato che egli stesso è l'agente primario a differenza della socializzazione primaria dove il soggetto è ancora inerme.

È quindi proprio l'individuo che compiendo le sue scelte nell'arco della sua vita, costruirà una coerente identità propria.

Sappiamo che i problemi comportamentali negli adulti sono spesso il risultato di traumi infantili.

Avendo analizzato alcuni concetti di base per comprendere meglio la fase di sviluppo sociale di un bambino, possiamo ora tornare a vedere come "un'ondata invisibile di padri traumatizzati dalla guerra" abbia potuto dare origine ad una generazione di assassini emotivamente squilibrati.

Vi aspetto quindi al prossimo articolo in cui analizzeremo il concetto di trauma psicologico.

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