Oggi su Redjack appare un nuovo Guest Post. Mio fratello Davide, autore del blog Strategie Evolutive, offre un post sulla storia della festa del Natale pre-Dickensiano.

Pochi infatti sanno che molte della tradizioni natalizie che noi conosciamo sono in realtà di più giovane e moderna derivazione e che fu proprio Dickens tramite i suoi Libri di Natale a renderle così popolari.

Il libro "A Christmas Carol" venne infatti scritto in un momento in cui gli inglesi stavano esaminando ed esplorando le tradizioni natalizie del passato così come le nuove usanze, come le cartoline di Natale e gli alberi di Natale, mentre i canti Natalizi ripresero vita in questo periodo.

Ma bando alle ciance! Ecco a voi il post di Davide.

Ah, i bei Natali di una volta, col tacchino, i canti sotto alle finestre, l'albero addobbato e i buoni sentimenti...

No, non esattamente.

Il Natale vittoriano tipico dell'immaginario popolare è una creazione di Charles Dickens, che ne distillò gli elementi nelle sue storie natalizie.
Poi la Regina Carlotta importò gli alberi di Natale dalla Germania nel 1800, la regina Vittoria li rese popolari e "tradizionali" e la Coca Cola vestì Babbo Natale di rosso (prima era vestito di verde, come lo Spirito del Natale Presente in "A Christmas Carol").

Ma prima di tutto questo, prima di Dickens e della Coca Cola, il Natale degli Inglesi era qualcosa di piuttosto differente.

Legato ai Saturmnalia dei Romani, ma anche alla Feast of Fools del basso clero in epoca medievale, a partirte dall'epoca rinascimentale il Natale britannico era una complessa carnevalata, un periodo di baccano e  gozzoviglia sotto il diretto controllo del Lord of Misrule...

Nella festa del Natale di Cristo, c'era nella casa del re, ovunque egli alloggiasse, un Lord of Misrule, o Maister of Merry Disports, e altrettanto nella casa di ogni uomo nobile, o d'onore, o degno di considerazione, foss'egli temporale o spirituale. E tra questi il Sindaco di Londra, e tutti quanti gli sceriffi avevano i loro vari Lordes of Misrule, sempre in competizione ma senza litigio o offesa, che dovevano creare i più ricercati passatempi per deliziare il pubblico. Questi Lordes iniziavano il proprio regno ad Alhollon Eue [Halloween], e continuavano così fino alla festa della Purificazione, comunemente chiamata Candlemas day (2 Febbraio): in tutto questo periodo di tempo c'erano strani e sottili travestimenti, Balli in Maschera e Mascherate, con partite a carte a premio in ogni casa, più per passatempo che per guadagno.

[John Stow, in Survey of London, 1603]

Al fianco del Lord of Misrule (Il Signore della Sregolatezza) sedevano l'Abbot of Unreason (L'Abate della Follia), il King of the Bean (che sarebbe poi il Re della Fava, nel senso più osceno del termine) e il Pope of Fools (ovvero il Papa degli Idioti).

Queste figure avevano un doppio ruolo.
Un ruolo simbolico, per cui rappresentavano il caos e la sregolatezza tipici del periodo festivo.
Un ruolo pratico, per cui come accenna John Stow, erano incaricati di organizzare feste, gozzoviglie, giochi e gare, per intrattenere e distrarre la popolazione.

In epoca Romana i Saturnalia avevano appunto avuto questa funzione di festival popolare e "terreno", giorni dedicati alla soddisfazione dei sensi, ma non senza una nota di oscurità: secondo Frazer, l'equivalente romano del "Lord of Misrule" veniva eletto fra i soldati romani e regnava per trenta giorni, ma veniva poi sgozzato sull'altare di Saturno.
Rischi del mestiere.

Robert Grosseteste
Vescovo di Lincoln
Nell'Inghilterra medievale, la Feast of Fools (anche nota come Feast of Asses, ovvero la Festa dei Somari) era un periodo nel quale i membri dei bassi ranghi del clero potevano sfuggire alla disciplina delle gerarchie superiori - e lo facevano prevalentemente rimpinzandosi di cibo, suonando e ballando, e giocando a carte.
E facendosi beffe di cardinali e vescovi.

Cosa che non piaceva granché a vescovi e cardinali, per cui più volte si tentò di bandire la festività.

Il caso più noto è quello del Vescovo di Lincoln, Robert Grosseteste, personaggio fondamentale nello sviluppo della cultura cristiana in Inghilterra, fondatore della tradizione scientifica a Oxford, ma anche strenuo nemico della Feast of Fools.
Non riuscì a cancellarla, ma in compenso venne ribattezzato dai suoi fraticelli festanti "Bishop Bob Big-Balls".

I giochi di carte e d'azzardo dei chierici medievali sopravvissero in periodo Tudor e anche successivamente, e si ritrovano oggi nei tradizionali giochi di società della notte di Natale o della notte di Capodanno. La tombola, ad esempio.

Il Rinascimento non portò particolari cambiamenti: sia la cattolica Mary Tudor sia successivamente i puritani, tentarono nel '500 di cancellare i Lords of Misrule e le loro volgari feste a base di ubriachezza, sesso a casaccio, sberleffi offensivi e oscenità assortite.
Non ci riuscirono neanche loro.

Certo, con la restaurazione le cose non si fecero meno scollacciate - Carlo II era notoriamente un gaudente, e con lui i Lords of Misrule ebbero mano libera da Novembre a Febbraio. Curioso, questo lasciare il controllo alla marmaglia, considerando quanto autocratico e autoritario sapesse essere Carlo.

È forse in questo periodo che il Lord of Misrule comincia ad essere anche chiamato King Mob. Di sicuro, l'espressione entra nell'uso comune dal '700.

E se col periodo georgiano gli eccessi delle festività invernali erano in qualche modo stati addomesticati, e Jane Austen ci parla di pranzi, balli e feste della upper class britannica durante la Reggenza, le feste natalizie restarono per la prima metà dell'ottocento, specie a livello popolare, faccende estremamente rumorose e scollacciate.

Era l'occasione per la popolazione per rivalersi verso i potenti, a spese dei potenti stessi: non scordiamoci che a scala cittadina le festività natalizie venivano finanziate dal Lord Mayor e dai suoi sceriffi (che, come osservava Stow nel '600) erano bonariamente in gara fra loro.

Poi, improvvisamente, Charles Dickens e il natale come noi lo conosciamo.

Ma non sarebbe corretto attribuire solo alla popolarità delle storie di Natale di Dickens la transizione dal natale selvaggio a quello addomesticato.

Ciò che mise davvero fine agli annuali tre mesi di dominio dei Lords of Misrule non fu, alla fine, né la religione né la politica, ma l'economia - se l'Inghilterra rurale poteva permettersi tre mesi di postumi da sbornia e ribalderie durante la stagione invernale, la rivoluzione industriale non soffriva di cicli stagionali: per festeggiare, bastavano i pochi giorni a cavallo di Natale.
Poi si doveva tornare al lavoro.

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