Negli ultimi due articoli della sezione BACKSTAGE della pagina "I miei Libri" ho trattato, spero in modo esauriente e dettagliato, le differenze, i pregi e i difetti dei 2 metodi attualmente disponibili per pubblicare un libro: la pubblicazione tradizionale e il Self-Publishing.

A questo punto, mentre scrivo il mio primo saggio, per me è giunto il momento di fare alcune scelte su quale opzione sia la più consona a cosa sto scrivendo, la lingua che sto utilizzando e soprattutto il pubblico di riferimento a cui cercherò di vendere il mio prodotto. Oltre a questo, devo decidere qual'è il mio obiettivo personale - che cosa voglio da questo libro?

Innanzi tutto devo confessare di essere, in alcuni ambiti - soprattutto professionali - estremamente pignolo e perfezionista e questo può essere sia un vantaggio che uno svantaggio come potrete ben immaginare. Se inizio un progetto, deve essere fatto a regola d'arte e nei tempi prefissati da me o dal cliente per cui lavoro.
Quindi come spesso accade, si innestano revisioni su revisioni, aggiunte, spostamenti etc. Oltre ad aumentare lo stress dovuto alle scadenze che incombono.

Come scrittore alle prime armi - e pignolo - voglio documentarmi prima di procedere. Voglio evitare di commettere quegli errori che l'ignoranza o il pressapochismo portano sempre con se. Voglio farlo bene. Voglio scrivere un libro di qualità, sia nei contenuti che nella presentazione.

Quindi, di primo acchito, noto subito che la scelta migliore sarebbe quella di una pubblicazione tradizionale ma...

... l'argomento è di nicchia
... sto scrivendo in italiano
... il pubblico di riferimento è limitato
Mettendomi nei panni di un Editore tradizionale - è bello giocare di ruolo ogni tanto - non mi pubblicherei.

Perchè dovrei investire su un "nessuno", alla sua prima opera, su un argomento sociale e criminologico di nicchia - e non locale - che se vende 50 copie in Italia stappiamo la bottiglia di Champagne?

Poi è un saggio... fosse un romanzo dove i protagonisti tra un reato e l'altro si ingroppano come conigli... forse avrei più possibilità.

L'editore potrebbe suggerirmi alcune modifiche per rendere la cosa vendibile:

"Diciamo che è uno Steampunk, cambiamo città perchè Londra è inflazionata dopo Assasin's Creed, ci aggiungi una storia d'amore e qualche scena di sesso, in copertina ci mettiamo una Cosplayer scosciata e popputa tra lenzuola insanguinate...".

Certo certo... è proprio quello che voglio scrivere io! Non ho nulla contro chi scrive certe cose, sia chiaro!

Ma quello che voglio scrivere io è una cosa differente.
Per questo è di nicchia. Quindi se voglio scrivere qualche cosa che non è vantaggioso - economicamente o meno - per le case editrici tradizionali, la scelta ricade sul Self-Publishing.

A meno che non decida di affrontare la cosa anche da un'alto punto di vista. Se lo pubblicassi in inglese anzichè in italiano?

Così, pur restando l'argomento sempre di nicchia, il pubblico aumenterebbe radicalmente potendo sfruttare non solo il mercato ripperologico e criminologico inglese ma anche quello americano, canadese ed australiano.

Potrei sfruttare l'indotto: quelli che, pur parlando un'altra lingua, leggerebbero il volume, anche in inglese, perchè interessati all'argomento. Potrei cercare di "cavalcare meglio l'onda" aprendomi a generi letterari - storico e sociali, per esempio - sfruttando quel contesto poco conosciuto nel nostro paese.

In questo caso, certamente qualche editore straniero potrebbe anche essere interessato alla pubblicazione tradizionale. Devo e/o voglio adattare ciò che scrivo per attirare l'editore?

Tutto dipende da ciò che voglio. Quello che voglio per me, come autore, e per il mio libro.

Ecco alcune domande che mi pongo:

  1. Qual è la mia definizione di successo - per questo particolare libro e per la mia carriera di scrittore?
  2. Come posso determinare e misurare quel successo?
  3. Cosa voglio fare con quel successo? Qual è il fine del mio lavoro?
Poi, nel mio caso, dipende anche da quanto mi costa e dalle aspettative di un rientro economico.

Per scrivere un saggio si affrontano spesso delle spese. Va tenuto in considerazione. 

Se fate ricerca per i vostri libri - non importa il genere - e la fate seriamente ed accurata, rischiate di spendere denaro per ottenere informazioni. Per un saggio è importantissimo.

Non potete fornire informazioni inventate. Non potete dire che Mr. X, il 15 settembre 1889, alle ore 21:30 si trovava in Finchley Road 25 se esistono documenti che attestano il contrario.

Se faccio una ricerca superficiale attiro inevitabilmente critiche negative - giustamente - dal pubblico informato e da altri autori del settore. Ottenere però quei documenti richiede tempodenaro. In mancanza di essi comprometterei il mio lavoro ancora prima di iniziare. E sarebbe stupido.

Per quello che ho visto facendo le mie ricerche sui due metodi di pubblicazione precedentemente presentati, e immaginando l'impossibile per il tipo di lavoro che sto facendo, difficilmente una Casa Editrice tradizionale italiana potrebbe offrirmi un anticipo superiore a 1000€ - sì l'America!

Avrei le spese di editing e grafica pagate, uno staff tecnico di professionisti dedicato che realizzerebbe il libro poi distribuito nelle librerie, un sistema di marketing sviluppato nel tempo che aiuterebbe a farmi conoscere e presentare il mio lavoro nel miglior modo possibile. Un Contratto a cui attenersi per la mia e la loro garanzia. E dopo aver venduto copie a sufficienza, iniziare a ricevere le royalty che mi spettano per i diritti d'autorecopyright.

Diversamente, guardando alla realtà dei fatti e dei dati, l'auto-produzione sembrerebbe la soluzione migliore. Ma dovrei affrontare personalmente tutte le spese del caso - dalla ricerca alla promozione primadopo la pubblicazione. Non dimentichiamo l'eventuale traduttore per la versione in inglese e gli altri freelance del caso.

Come capirete bene, questo articolo non può dare una risposta generale su quale sia il metodo di pubblicazione perfetto o ideale per tutti.

Può solo far riflettere ciascun autore - professionista o principiante - su quali possano essere le considerazioni da tener presente prima di iniziare a scrivere o pubblicare la propria opera creativa.

Potrei fare come dice Angelo Benuzzi in un commento del post sull'editoria tradizionale.

Potrei diventare un Autore Indipendente Ibrido, che usa cioè il medium migliore a seconda della situazione.

Usare quindi l'auto-pubblicazione in Italia e cercare un editore tradizionale all'estero.

Questa sembra veramente la soluzione migliore per il mio saggio. Risolve molti problemi di mercato e di pubblico. Ma prima di prendere una decisione, voglio ancora fare una verifica.

Quanto mi costerebbe auto-pubblicarmi? 
Finora abbiamo parlato di teoria, ma in soldoni?

Seguitemi e lo scoprirete... nel prossimo articolo

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