Dopo questa pausa, rieccomi al lavoro sia sul blog che sul mio saggio.
Negli articoli precedenti ho spiegato che software utilizzo per la stesura del testo e come faccio ricerca storica per mettere insieme tutte le informazioni.
Con questo articolo, forse un pò prematuro visto che la prima stesura non è ancora completa, vorrei parlare di un argomento che spesso è controverso: la pubblicazione del libro.
Il mondo dell'editoria non è diverso da quello discografico che conosco. Le mie conclusioni quindi si basano sul mondo che conosco, sulle mie esperienze musicali e su quello che ho potuto constatare parlando con altri autori - sia italiani che stranieri.
Gli autori oggi hanno la possibilità di scegliere come pubblicare e rendere disponibili i propri libri ai lettori. Al momento le due forme principali contrapposte sono la pubblicazione tradizionale e l'auto-produzione o Self-Publishing.
Naturalmente, non è necessario scegliere uno o l'altro metodo. Molti autori sono attualmente "ibridi", utilizzano cioè entrambe le forme di pubblicazione per progetti differenti, ma prenderle in considerazione in questo momento può essere utile per lo sviluppo del proprio progetto.
Iniziamo quindi analizzando la pubblicazione tradizionale.
Che cos'è?
Tramite questo sistema il proprio manoscritto passa inizialmente di mano in mano tra Autore, Agente e vari Editori. Questo può portare ad un numero imprecisato di rifiuti nell'attesa che infine si stabilisca un accordo o contratto firmato. La cosa però spesso non finisce lì. Il libro subisce le modifiche dettate dall'Editore - e/o dall'Agente - per rendere vendibile il manoscritto che alla fine verrà pubblicato.
Gli Editori non fanno carità . Non fanno un favore pubblicando un libro. Sono Società e vogliono fare soldi.
Occorre quindi ricordarsi dei propri diritti anche a lungo termine.
La maggior parte dei lettori ricordano il nome dell'autore e non acquista un libro in base alla casa editrice. Questa può garantire un certo livello di qualità del prodotto finito ed una certa esposizione in libreria.
Quindi la scelta di pubblicazione è più una questione di risultato che si vuole raggiungere, di Brand e di definizione di successo.
Per quegli autori che soffrono di auto-stima - e si domandano se il proprio lavoro sia valido - passare attraverso questo processo è solitamente la conferma o la smentita dei propri dubbi. Anche se il libro non vende molto bene, almeno qualcuno pensa che sia valido.
Una volta ottenuto un Contratto, la stampa e la distribuzione nelle librerie è più facile. L'Editore tradizionale eccelle in questo poichè progettato a tale scopo. Una volta che ha un "prodotto da vendere", tramite rappresentanti di vendita, si occupa di renderlo disponibile ovunque per incrementarne le vendite e la visibilità .
Gli editor, i correttori di bozze, i copertinisti e grafici, i formattatori e (forse) l'aiuto per il marketing sono di solito forniti dall'Agente e dall'Editore nell'ambito del contratto. Lo sforzo di marketing è di solito correlato a quanto investito nel progetto e mirato ai dettaglianti piuttosto che ai consumatori finali.
Non occorre pagare qualcuno per ottenere un accordo di pubblicazione tradizionale - se viene chiesto del denaro, NON è una pubblicazione tradizionale ma più probabilmente una Vanity Press e bisogna fare molta attenzione al tipo di Contratto. Rischiate infatti di ritrovarvi con casse del vostro volume stampato nel garage e nient'altro.
Dobbiamo poi ricordare che i premi letterari e la critica sono più facilmente raggiungibili attraverso la pubblicazione tradizionale - molti premi letterari non sono nemmeno aperti agli autori indie.
Se la Casa Editrice sfrutta bene le proprie competenze - alla ricerca dei propri guadagni - l'Autore può anche diventare famoso e/o rispettato. Sì, c'è la possibilità di diventare uno scrittore della levatura di Stephen King, Dan Brown o J. K. Rowling attraverso l'editoria tradizionale, ma è come un biglietto della lotteria - vale la pena provare, ma le probabilità sono contro di voi.
Sembrerebbe una miniera d'oro così a prima vista. Ma spesso non è tutto oro ciò che luccica poichè ci sono alcune cose che richiedono la nostra attenzione.
Clausole contrattuali potenzialmente proibitive.
Questo dovrebbe far in modo che l'Agente sia invogliato a farvi guadagnare di più perchè così aumenta anche il suo margine di guadagno.
Se vi viene chiesta una somma fissa, magari in anticipo, solitamente è perchè non si vogliono impegnare - o semplicemente stanno cercando di svuotarvi le tasche ancora prima di iniziare a lavorare. Perchè lavorare se hanno già preso i soldi?
I Contratti sono una parte importantissima di questo metodo o mondo.
I contratti sono come un matrimonio. Non volete che falliscano, ma a volte, semplicemente non funzionano. Dovete e volete quindi essere in grado di uscire da questa relazione se va male, se l'Editore non vende abbastanza copie e voi pensate di poter far di meglio.
Valutate la durata del contratto e la clausola di reversione dei diritti. Quest'ultima era importante ai tempi della carta stampata, ma naturalmente, in questi giorni con gli ebook e la pubblicazione On-Demand, un libro non va più fuori stampa. Occorre considerare comunque quando si ritorna in possesso dei diritti sull'opera.
Un altro grande problema - soprattutto se si pubblica in inglese - sono i World English Language rights per tutti i formati.
Non fatelo. Sebbene questo dovrebbe essere il lavoro del vostro Agente, se ne avete uno, cercate sempre di mantenere il maggior numero possibile di diritti quando state facendo un affare. Così potrete sempre sfruttarli in altro modo. Ad esempio, è possibile vendere solo i diritti negli Stati Uniti e nel Canada e poi pubblicare automaticamente nel resto del mondo.
Prestate attenzione anche ai formati di pubblicazione, in particolare agli audio-book. Molti Editori assumono i diritti audio come parte del contratto e poi non fanno neanche una registrazione - e a quel punto voi non potrete più farla. Non volete che questo accada,vero? Tenete i diritti audio o specificate il periodo di tempo che l'Editore deve sfruttare prima che i diritti vi vengano restituiti.
Infine, viste tutte le clausole del contratto, si deve valutare se le cifre pattuite valgono il contratto. Qui è dove molti autori perdono il lume della ragione - pensano, "Dovrei prendere qualsiasi contratto che mi viene offerto." Molti autori firmano accordi perché sono grati che gli venga offerto qualcosa, e non valutano il proprio lavoro.
L'ho già detto ma mi ripeto: gli Editori non fanno carità . Non fanno un favore pubblicando un libro. Sono Società e vogliono fare soldi.
IN BREVE |
|
PRO |
CONTRO |
Prestigio, complimenti e convalida |
Processo incredibilmente lento |
La distribuzione di stampa nelle
librerie è più facile |
Perdita di controllo creativo |
Un team di professionisti con
cui lavorare |
Basse Royalty |
Nessun costo iniziale e una
sorta di anticipo contro royalties |
La mancanza di significativo
aiuto per il marketing |
I premi letterari e
l'apprezzamento critico sono più probabili |
Clausole contrattuali
potenzialmente proibitive |
Potenziale per diventare un autore di fama |
Si prende quindi in considerazione un accordo di pubblicazione tradizionale?
Assolutamente. Per il giusto progetto e per i termini e le condizioni giuste.
Nel prossimo articolo vi parlerò di quello che viene definito il male dell'editoria tradizionale: il Self-Publishing.
Categories:
contract,
contratto,
copyright,
Editoria tradizionale,
MyBooks,
royalty,
Traditional Publishing
Rate this posting:
Suggerisco diverse risposte per diversi mercati di riferimento. Se scrivi in italiano, dato il panorama, vai di self-publishing. Se scrivi in inglese, prova a trovare una CE.
Ciao Angelo, grazie per il suggerimento.
In questo momento, sto valutando le due cose facendo "i conti della serva". Soprattutto poi considerando l'argomento di nicchia che ha il mio saggio. Non è un argomento Trendy in Italia.
Io finora ho collaborato con l'editoria tradizionale come facente parte di quel team di professionisti che citi, ovvero sono uno degli editor di Acheron Books, a volte curo anche la correzione di bozze e l'impaginazione.
E, da membro del team, devo dire che la mia esperienza è stata ottima sotto ogni punto di vista, soprattutto riguardo la crescita professionale.
Non ho mai firmato, in quanto autore a mia volta, un contratto con una casa editrice. Non ci ho nemmeno provato. Perché da autore, invece, preferisco avere piena autonomia riguardo ogni aspetto dell'opera. Certo, lamento una carenza nel lato pubblicitario, ma anche questa, volendo e investendo del denaro, si può risolvere.
Ciao Hell,
quello che dici è verò. Spesso tutto dipende solo dai professionisti coinvolti nel progetto. Basta trovarne uno non professionale e tutto può andare in vacca! Ma da queste cose si impara sempre, su entrambi i lati della filiera.
Come futuro autore... penso sia solo una questione di qualità come dicevano i CCCP - o una formalità ... non ricordo più bene. ;)
Ciao Alessandro, complimenti per il riassunto, agile e completo. Mi permetto solo di segnalarti una cosa: il contratto con l'editore per l'edizione cartacea (ovvero la cessione dei diritti dello sfruttamento commerciale) non può essere, per legge, della durata del copyright: la cessione dei diritti di sfruttamento commerciale, infatti, non può avere una durata superiore a 20 anni.
Un contratto che dica il contrario è nullo.
Diverso – come in effetti in parte hai sottolineato anche tu nel post – è il discorso per l'edizione digitale, che infatti solitamente è oggetto di clausole particolari del contratto d'edizione.
Proprio per questo hai fatto bene a segnalare che bisogna stare attenti alle clausole sui diritti di utilizzazione dipendenti da elaborazioni e trasformazioni dell'opera. È una parte a cui molti, tra chi non ha un agente, spesso non danno sufficiente attenzione.
Ciao Camilla P e grazie per il tuo commento.
Le informazioni che fornisci sono preziose per chi sta iniziando solo ora a muoversi in questo ambiente e vuole farlo seriamente.
Per quanto riguarda le clausole di contratto... bisogna avere sempre il tempo e la fermezza di leggere tutto. Se non si capisce qualcosa, chiedere e/o avere un consulente esterno esperto in materia.