Testimonianze riguardanti l'atteggiamento di Mengele nel campo, durante i suoi 21 mesi di permanenza, parlano di un Mengele buono - che salva dei gemelli dalla camera a gas per analizzarli, che si occupava dei bambini portando loro dello zucchero1 - e un Mengele crudele, che uccideva senza pietà prigionieri - a calci, colpi di pistola o iniezioni di fenolo - e che in un battito di ciglio decideva se una persona era da destinare al lavoro, alle sue ricerche2 o alle camere a gas.
Sebbene Mengele non fosse un serial killer, il termine Angelo della morte o Angelo della Misericordia è quello utilizzato ufficialmente in ambito criminologico per indicare una categoria piuttosto rara di assassini seriali atipici.
Gli Angeli della Morte, assieme ad alcuni serial killer con una missione, sono l'unica categoria per cui le vittime non rispecchiano le loro preferenze sessuali - rendendoli una categoria sui generis in ambito criminologico.
Sono serial killer - sia uomini che donne - che agiscono nell'ambiente medico e/o ospedaliero, spesso in una posizione di potere - di solito impiegate come badanti, personale infermieristico o medici - che danneggiano intenzionalmente o uccidono le persone che hanno in cura.
Non è raro che gli Angeli della Morte siano affetti da uno o più disturbi di personalità ( solitamente borderline, istrionico, narcisistico e/o ossessivo-compulsivo). Spesso la loro attività omicida subisce un picco nei periodi di forte stress o depressione.
Le loro vittime sono i pazienti con i quali entrano in contatto. Spesso si tratta di persone in cattivo stato di salute, come anziani e malati cronici, oppure deboli, come neonati o bambini. Utilizzano quindi le loro conoscenze per uccidere la vittima. Col passare del tempo, questo comportamento si intensifica tanto da includere pazienti sani o facilmente curabili.
Questo rende gli omicidi particolarmente difficili da scoprire, in quanto ad un esame poco approfondito le morti possono essere archiviate come incidenti o per cause naturali.
Nell'eventualità di un'autopsia, inoltre, la presenza di queste sostanze può essere facilmente giustificata.
Harold Shipman, ad esempio, utilizzava la diamorfina, Arnfinn Nesset (il serial killer più prolifico della Norvegia) si serviva di Succinilcolina, Beverly Allitt di dosi di insulina o cloruro di sodio e Stephan Letter del Lysthenon (un rilassante muscolare) e ansiolitici.
Spesso questi serial killer finiscono col tradirsi, in quanto la loro sicurezza aumenta ad ogni omicidio e la cosa li porta a trascurare dei dettagli importanti della vittima (ad esempio, il suo stato di salute e le terapie che seguiva), e ad entrare in uno stadio involutivo particolarmente pericoloso, a tratti delirante.
Il più delle volte la loro attività giunge al termine dopo la morte di uno o più pazienti in buone condizioni di salute, oppure perché il comportamento del killer si fa sempre più sospetto, quando non addirittura manifesto.
I moventi di questi serial killer sono di vario tipo.
I professionisti medici uccidono i loro pazienti per denaro, per un senso di piacere sadico, perchè convinti di "alleggerire" il dolore del paziente, o semplicemente "perché possono". In generale comunque tutti ricadono in uno o più di questi modelli:
- Per Frode -
Solitamente questi serial killer uccidono per guadagnare denaro con la morte della vittima. Molti sono coinvolti in frode assicurativa, benefici testamentari, falsificazione di prescrizioni mediche. Il processo per gli omicidi commessi a volte non trova una condanna - bisogna sempre dimostrare che il medico o paramedico abbia intenzionalmente ucciso il proprio paziente.
- Assassino di misericordia -
Stephan Letter, l'Angelo della morte di Sonthofen, il maggior serial killer tedesco dopo la seconda guerra mondiale, ha avvelenato almeno 29 pazienti, forse più di 80.
Le sue vittime - di età variabile dai 40 ai 94 anni; la maggior parte aveva più di 75 anni - venivano uccise tramite un'iniezione letale di alte dosi di farmaci tranquillanti che Letter rubava di nascosto. Molte delle uccisioni sono avvenute nel turno di notte, lontano da occhi indiscreti. In generale erano pazienti anziani che, nonostante fossero in condizioni di salute buone, morivano inspiegabilmente.
Letter continuò a sostenere che aveva avvelenato i suoi pazienti per “liberarli dalle loro sofferenze, per alleviare dolori lancinanti, perché gli avevano chiesto di morire velocemente, per liberare le loro anime dai corpi malati, per misericordia e compassione”.
- Sadico -
- Eroe maligno -
Tra il 1946 e il 1956, più di 160 dei pazienti del Dr. John Bodkin Adams sono morti in circostanze sospette. Di queste, 132 gli hanno lasciato soldi o oggetti per volontà testamentari. Fu processato e assolto per l'omicidio di un paziente nel 1957. Il processo ha avuto diverse conseguenze legali importanti3
Adams è stato riconosciuto colpevole in un successivo processo di 13 reati di frode sulle prescrizioni mediche, false dichiarazioni sui moduli di cremazione, ostacolo alle indagini di polizia e cattiva gestione del Registro Farmaci Pericolosi.
H. H. Holmes è stato spesso coinvolto in truffe assicurative.
Harold Shipman, che alcuni ritengono il successore di Bodkin, aveva una condanna precedente per frode e falsificazione di prescrizioni mediche, per cui venne multato di £ 600.
Harold Shipman, che alcuni ritengono il successore di Bodkin, aveva una condanna precedente per frode e falsificazione di prescrizioni mediche, per cui venne multato di £ 600.
Credono che le vittime stiano soffrendo o siano senza possibilità di aiuto, sebbene questa convinzione possa essere delirante - motivazione che nella maggior parte dei casi viene sfatata dalle condizioni di salute non irreversibili (talvolta nemmeno gravi) di molte delle loro vittime al momento del decesso.
Stephan Letter, l'Angelo della morte di Sonthofen, il maggior serial killer tedesco dopo la seconda guerra mondiale, ha avvelenato almeno 29 pazienti, forse più di 80.
Le sue vittime - di età variabile dai 40 ai 94 anni; la maggior parte aveva più di 75 anni - venivano uccise tramite un'iniezione letale di alte dosi di farmaci tranquillanti che Letter rubava di nascosto. Molte delle uccisioni sono avvenute nel turno di notte, lontano da occhi indiscreti. In generale erano pazienti anziani che, nonostante fossero in condizioni di salute buone, morivano inspiegabilmente.
Letter continuò a sostenere che aveva avvelenato i suoi pazienti per “liberarli dalle loro sofferenze, per alleviare dolori lancinanti, perché gli avevano chiesto di morire velocemente, per liberare le loro anime dai corpi malati, per misericordia e compassione”.
Utilizzano la propria posizione medica come mezzo per esercitare potere e controllo sulle vittime indifese - sensazione di onnipotenza.
L'infermiera Jane Toppan, confessò 11 omicidi4.
La sua ambizione era di “uccidere più persone - senza possibilità di aiuto – di ogni altro uomo o donna che sia mai vissuto”. Confessò anche di sentirsi eccitata sessualmente nel salvare dei pazienti vicini alla morte per poi ucciderli.
La sua ambizione era di “uccidere più persone - senza possibilità di aiuto – di ogni altro uomo o donna che sia mai vissuto”. Confessò anche di sentirsi eccitata sessualmente nel salvare dei pazienti vicini alla morte per poi ucciderli.
Avrebbe amministrato una miscela farmaco per i pazienti che aveva scelto come sue vittime, si trovano a letto con loro e tenerli vicino al suo corpo come sono morti. Gli esperti in psicologia la dichiararono insana di mente e fu dichiarata non colpevole ma venne internata a vita nel Taunton Insane Hospital.
Un modello in cui i killer mettono in pericolo in qualche modo la vita delle vittime e che poi cercano di "salvare". Fingono di tentare la rianimazione sapendo che la vittima è già morta o irrecuperabile, sperando di essere visti come medici con spirito d'abnegazione. Mettono volontariamente a repentaglio la vita del paziente per attirare l'attenzione su di sé5.
Richard Angelo aveva escogitato il piano per cui avrebbe iniettato al paziente dei farmaci, per poi correre nella stanza e cercare di "salvarlo" in modo da risultare come un eroe per la famiglia del malato. Richard Angelo ha confessato di aver ucciso 25 dei suoi pazienti.
L'infermiera Sonya Caleffi, altro caso esemplare, provocava embolie gassose iniettando aria alle vittime - pratica che si rivelò fatale per almeno 5 pazienti - "perché le piaceva che tutti accorressero in tempo a salvare i pazienti".
1 - i bambini zingari paradossalmente lo chiamavano Zio Mengele.
2 - Poteva eseguire ricerche su qualsiasi soggetto lo interessasse, poteva analizzarli, operarli, sezionarli e ucciderli senza essere esposto a nessuna responsabilità . Organizzò una squadra composta essenzialmente da medici e infermiere, un'antropologa e un patologo, tutti reclutati all'interno dello stesso campo e quindi a loro volta prigionieri. La squadra così composta godeva di protezione e il semplice fatto di ricoprire questo ruolo li salvò da morte quasi certa.
I suoi studi riguardarono essenzialmente due aspetti:
Tali studi vennero condotti quasi esclusivamente sui gemelli - che rappresentavano la sua principale ossessione - zingari e nani ebrei.
3 - Ha stabilito la dottrina del duplice effetto, per cui un medico che dà il trattamento con l'obiettivo di alleviare il dolore può, come conseguenza non intenzionale, accorciare la vita. In secondo luogo, la legge è stata modificata per consentire agli imputati di chiedere che le udienze si tengano privatamente per questioni d'immagine.
4 - Poco dopo il processo, uno dei giornali di William Randolph Hearst, il New York Journal, pubblicò una notizia che affermava che la Toppan aveva confessato al suo avvocato James Stuart Murphy almeno 31 omicidi. Avrebbe sperato di ottenere con la finzione l'infermità mentale per avere più probabilità di essere rilasciata entro pochi mesi dimostrando di essere tornata sana; basti pensare che aveva accolto il verdetto con gioia. In ogni caso le sue vere intenzioni sono sconosciute. Sempre secondo lo stesso documento, Jane ammise che, se si fosse sposata e avesse avuto figli, non avrebbe commesso degli omicidi.
5 - Questo comportamento è stato recentemente etichettato come una versione professionale di sindrome di Munchausen per procura.
Yorker, B., Kizer, K., Lampe, P., Forrest, A., Lannan, J., & Russell, D.(2006)."Serial Murder by Healthcare Professionals". Journal of Forensic Sciences (Blackwell Publishing Limited), 51(6)
1 - i bambini zingari paradossalmente lo chiamavano Zio Mengele.
2 - Poteva eseguire ricerche su qualsiasi soggetto lo interessasse, poteva analizzarli, operarli, sezionarli e ucciderli senza essere esposto a nessuna responsabilità . Organizzò una squadra composta essenzialmente da medici e infermiere, un'antropologa e un patologo, tutti reclutati all'interno dello stesso campo e quindi a loro volta prigionieri. La squadra così composta godeva di protezione e il semplice fatto di ricoprire questo ruolo li salvò da morte quasi certa.
I suoi studi riguardarono essenzialmente due aspetti:
il fondamento biologico dell'ambiente sociale, la trasmissione dei caratteri e i tipi razziali
persone con elementi di anormalità (difformità , sviluppi morfologici anomali).
Tali studi vennero condotti quasi esclusivamente sui gemelli - che rappresentavano la sua principale ossessione - zingari e nani ebrei.
3 - Ha stabilito la dottrina del duplice effetto, per cui un medico che dà il trattamento con l'obiettivo di alleviare il dolore può, come conseguenza non intenzionale, accorciare la vita. In secondo luogo, la legge è stata modificata per consentire agli imputati di chiedere che le udienze si tengano privatamente per questioni d'immagine.
4 - Poco dopo il processo, uno dei giornali di William Randolph Hearst, il New York Journal, pubblicò una notizia che affermava che la Toppan aveva confessato al suo avvocato James Stuart Murphy almeno 31 omicidi. Avrebbe sperato di ottenere con la finzione l'infermità mentale per avere più probabilità di essere rilasciata entro pochi mesi dimostrando di essere tornata sana; basti pensare che aveva accolto il verdetto con gioia. In ogni caso le sue vere intenzioni sono sconosciute. Sempre secondo lo stesso documento, Jane ammise che, se si fosse sposata e avesse avuto figli, non avrebbe commesso degli omicidi.
5 - Questo comportamento è stato recentemente etichettato come una versione professionale di sindrome di Munchausen per procura.
Yorker, B., Kizer, K., Lampe, P., Forrest, A., Lannan, J., & Russell, D.(2006)."Serial Murder by Healthcare Professionals". Journal of Forensic Sciences (Blackwell Publishing Limited), 51(6)
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