Il 7 settembre 2014, viene smascherata l'identità di Jack lo Squartatore, riportata in anteprima da un tabloid britannico, il Daily Mail, grazie all'analisi del DNA mitocondriale effettuata sullo scialle di Catherine Eddowes, prelevato in Mitre Square la notte del suo omicidio.
Ma quanto sono affidabili i dati? Esiste la possibilità che le prove siano state contaminate in qualche modo in 126 anni? Cosa sappiamo veramente sullo scialle di Catherine Eddowes?
Nel libro The Jack the Ripper A-Z, lo scialle viene descritto come di forma rettangolare (circa 243x61 cm.), in seta e decorato con una stampa floreale. Esperti in tessuto lo hanno provvisoriamente datato alla fine del XIX o all'inizio del XX secolo. Lo scialle proviene dalla famiglia dell'agente Amos Simpson, che si dice lo abbia rimosso da Mitre Square il 30 settembre 1888; è interessante notare che ci sono delle macchie sulla scialle che si crede possano essere di sangue secco.
Anche se nessuno suggerisce alcun inganno intenzionale da parte della famiglia Simpson, questo aneddoto pone diversi problemi. Dalla documentazione ufficiale della polizia, in particolare, risulta che l'agente Watkins della City Police è stato il primo a trovare il corpo di Catherine Eddowes. Inoltre, considerando che la scena del crimine era nella giurisdizione della City Police, e non quella del MET, per quale motivo Simpson sarebbe stato lì?
Non vi è alcuna traccia che Simpson sia stato distaccato alla H Division durante le indagini, quindi è altamente improbabile che sia stato coinvolto. Il confine meridionale della N Division era la City, per cui c'è la possibilità che un giovane agente possa aver risposto in modo concitato a tutte le chiamate di assistenza. Un ufficiale con 20 anni di esperienza come Simpson, avrebbe risposto alle stesse chiamate?
Catherine Eddowes avrebbe potuto indossare un abito del genere? Lo scialle è di buona qualità e deve essere stato un oggetto di valore nel 1888 Se la Eddowes lo avesse avuto, invece degli stivali di Kelly, lo avrebbe dato in pegno? A meno che non avesse avuto uno valore sentimentale speciale, senza dubbio l'avrebbe fatto. Alcuni autori hanno osservato che l'oggetto non sembra affatto essere uno scialle, ma un tipo di tovaglia o runner (un panno decorativo posto sopra la tovaglia "migliore" nei salotti vittoriani) viste le sue dimensioni. La Eddowes l'avrebbe indossato se non fosse stato un capo di abbigliamento? Anche in questo caso, è improbabile, ma non oltre il regno della probabilità considerando che la Eddowes stava indossando o trasportando tutti i suoi averi.
Il ripperologo Tom Wescott ha suggerito un'altra possibile teoria nel suo lavoro The Bank Holiday Murders. Egli teorizza che forse è lo scialle di Emma Smith, usato per arginare l'emorragia subita nel brutale attacco in cui ha riportato lesioni mortali. In alternativa, Wescott ipotizza che lo scialle sia collegato ad un altro famoso delitto dell'epoca e di cui ancora oggi non abbiamo alcuna conoscenza.
Nel 1988, i discendenti dell'agente Simpson tagliano due pezzi di scialle che vengono poi incorniciati ed esposti in svariati negozi, tra cui un negozio di video ed un antiquario. Questi "campioni" ora si crede appartengano ai due ripperologi Andy e Sue Parlor. Il resto dello scialle è stato prestato al Black Museum a Scotland Yard nel 1991 dove è rimasto per sei anni prima di ritornare nelle mani della famiglia Simpson.
Nel 2006, lo scialle è stato sottoposto ad esami forensi per il documentario di Channel 5 dal titolo Jack the Ripper: The First Serial Killer. I risultati dell'esame furono inconcludenti in quanto non si riuscirono a trovare dei campioni di DNA utilizzabili. Ulteriori prove forensi sono state condotte per il documentario di Jack the Ripper: Prime Suspect, che hanno individuato sangue e sperma sul tessuto, ma non DNA utilizzabile.
Oltre alla recente apertura di un negozio che vende souvenir a tema su Jack lo Squartatore a Spitalfields, Edwards ha anche studiato il caso per venti anni. Ora nel suo libro Naming Jack the Ripper,sostiene di avere nuove e sorprendenti rivelazioni riguardanti lo scialle.
Ipotizzando che, in 126 anni e con tutti questi passaggi di proprietà , le prove biologiche presenti sullo scialle non siano state contaminate, l'analisi del DNA mitocondriale effettuata sullo scialle che valore ha?
La risposta più esauriente ce la fornisce proprio il Federal Bureau of Investigations:
L'elevata sensibilità di analisi del mtDNA permette agli scienziati forensi di ottenere informazioni da elementi di prova associati ad omicidi o altre indagini penali, identificazioni di cadaveri, casi irrisolti, e piccoli pezzi di prova contenente poco materiale biologico. Il patrimonio genetico materno del mtDNA permette agli scienziati di confrontare il profilo mtDNA delle prove (peli, ossa, ecc) con i campioni di riferimento dell'individuo, sua madre, i suoi fratelli e sorelle, o qualsiasi altro membro della famiglia discendente dal ramo materno. Questi campioni dovrebbero avere gli stessi profili mtDNA perché tutti i parenti del ramo materno ereditano lo stessa mtDNA. Poiché il mtDNA viene ereditato dalla madre e più persone possono avere lo stesso tipo di mtDNA, identificazioni uniche non sono possibili utilizzando questo tipo di analisi. Tuttavia, la profilatura mediante mtDNA è una tecnica eccellente da utilizzare per ottenere informazioni nel caso in cui l'analisi del DNA nucleare non sia praticabile.
La corrispondenza genetica su una profilatura del DNA nucleare è 1 su 1.000.000.000.
La domanda o le domande che necessitano di risposta ora sono:
Al di là di ogni ragionevole dubbio, questo scialle è appartenuto o è stato in possesso di Catherine Eddowes? I risultati del mtDNA sono accurati come si sostiene e possono essere accettati dal mondo scientifico?
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Certo che questo scialle pone non pochi problemi.
Se da una parte è vero che è stato così strapazzato da essere stato certamente contaminato non si può negare che faccia una certa impressione trovarci sopra un riscontro, proprio qualcosa relativo a uno dei sospettati...
E l'analisi è vero che non è totalmente affidabile però anche 1 su 400000 non è male. In fondo quante persone c'erano a Londra in quel periodo?
Possiamo considerare la popolazione di Londra nel 1888 molto simile a quella del 1901 ovvero 40.000.000 di abitanti.
Il test in questo caso indicherebbe che almeno 100 persone potrebbero essere colpevoli dell'omicidio di Catherine Eddowes. Tutte e 100 discenderebbero dallo stesso ramo materno poichè, dobbiamo ricordare che si tratta di prove derivate da mtDNA. Quindi a questo punto occorrerebbe fare degli studi genealogici per trovare tutte le persone aventi lo stesso tipo di mtDNA.
Certo che messa così suona effettivamente peggio. Ha molto senso nutrire dei dubbi su questi test e questi sensazionalismi.
Volevo sapere se ci sono in giro altri reperti (a questo punto somigliano più a delle reliquie) oppure no? Come funzionava?Cosa ne facevano di tutti gli oggetti, li bruciavano?
Esistono ancora alcuni "cimeli". Purtroppo con il trascorrere del tempo, molti sono andati perduti, rubati o distrutti.
Il Crime Museum of Scotland Yard, anche noto come Black Museum, è un museo che colleziona e raccoglie cimeli criminali tenuti a New Scotland Yard, quartier generale del Metropolitan Police Service di Londra. Il museo, anche se non ufficialmente, nacque nel 1874. Ha avuto sede a Scotland Yard, e la sua collezione crebbe grazie al materiale dei detenuti raccolto sotto l'autorità del Prisoners Property Act del 1869. La legge aveva lo scopo di aiutare la polizia nello studio dei crimini e dei criminali. Nel 1875 divenne un museo ufficiale, anche se non aperto al pubblico, con un ispettore di polizia e un agente assegnato al dovere d'ufficio.
Qui sono raccolte le lettere presumibilmente scritte da Jack lo Squartatore.
Il Museo ospita oltre 500 esemplari di manufatti criminali conservati ad una temperatura costante di 16,5°C
Il museo può essere visitato da agenti di una delle forze di polizia del paese, previo appuntamento, anche se non senza difficoltà a causa della sua popolarità . Al momento è in fase di discussione la possibilità di aprire il museo al pubblico.
Volevo solo segnalarti che la metodologia dell'analisi che hai elencato nella parte 2 dell'articolo si riferisce alla profilatura del dna nucleare, mentre per il dna mitocondriale la procedura è diversa. Il dna mitocondriale infatti è piccolo e ciclico e si trova in molte copie all'interno di una singola cellula (da qui la maggiore probabilità di trovarlo anche in campioni vecchi o degradati) e soprattutto si trasmette esclusivamente per linea materna in teoria invariato. Ovviamente alcuni cambiamenti randomici avvengono durante la duplicazione quindi confrontando due zone HV1 e 2 altamente polimorfiche (cioè che possono presentare sequenze molto differenti) in individui non consanguinei con una sequenza di riferimento (detta sequenza di Anderson) si può risalire ad una eventuale parentela in linea materna. Spero di essere stata di aiuto. :) Complimenti per il blog.
Ciao Claudia, grazie a te per il commento. Le precisazioni che riporti sono graditissime e spiegano alcuni dettagli tecnici non indifferenti.
Figurati, grazie a te! Mi sto leggendo tutti i vecchi articoli del blog intanto :)
Allora buona lettura Claudia ^_^
Spero che il blog ti piaccia. I tuoi commenti sono sempre ben accetti