Nell'articolo precedente, abbiamo visto come la notizia dell'identificazione di Jack lo Squartatore, mediante profilatura del DNA, abbia alzato un "polverone" nella comunità scientifica ed in quella dedita allo studio del serial killer londinese di fine XIX secolo.

Abbiamo visto come non sia la prima volta che questo o quell'altro autore abbia utilizzato la parola magica "DNA" per generare immediatamente un picco di vendite del nuovo Best Seller utilizzando l'effetto CSI.

Che cosa è una profilatura del DNA? Come funziona e a che cosa serve esattamente?

L'argomento è vasto e complesso, soprattutto se non si ha un'adeguata conoscenza scientifica, e per questo in molti casi farò riferimento a Wikipedia per fornire delle informazioni di base.

La profilatura del DNA (chiamata anche test del DNA, DNA typing, o impronta genetica) è una tecnica utilizzata dagli scienziati forensi per aiutare nella identificazione degli individui mediante i loro rispettivi profili di DNA. I profili DNA sono serie criptate di lettere che riflettono la composizione del DNA di una persona e che può essere utilizzato come "carta d'identità genetica dell'individuo". Il profilo del DNA non deve essere confuso con il sequenziamento completo del genoma. La profilatura del DNA viene utilizzata, ad esempio, nei test di paternità e nelle indagini criminali.

Anche se il 99,9% della sequenza del DNA umano è lo stesso in ogni persona, parte del DNA è abbastanza diverso da rendere possibile la distinzione di un individuo da un altro, a meno che non si tratti di gemelli monozigoti (ma non pensate che non esista il metodo scientifico per stabilire anche questo).

La profilatura del DNA usa sequenze ripetitive che sono altamente variabili, chiamate variable number tandem repeats (VNTR), in particolare le ripetizioni in tandem brevi (STR). I loci dei VNTR sono molto simili tra gli esseri umani strettamente imparentati, ma sono così variabili per gli individui non imparentati che è estremamente improbabile che abbiano gli stessi VNTR.

La tecnica della profilatura del DNA è stata effettuata per la prima volta nel 1986 da Sir Alec Jeffreys dell'Università di Leicester in Inghilterra, ed è ora alla base di diverse banche dati del DNA nazionali (ad esempio, il CODIS creato dal FBI e citato nelle serie TV come CSI).

PCR Machine
Il processo inizia con un campione di DNA di un individuo (tipicamente denominato "campione di riferimento"). Il metodo più opportuno di raccolta di un campione di riferimento è l'uso di un tampone orale, in quanto ciò riduce la possibilità di contaminazione. Quando questo non è disponibile (poichè, ad esempio, un ordine del tribunale può essere necessario e non ottenibile) altri metodi possono essere utilizzati per raccoglierne un campione (da sangue, saliva, sperma, o altri fluidi o tessuti del caso) da oggetti personali (ad esempio, spazzolino da denti, rasoio , ecc) o da campioni conservati (ad esempio, banca del seme o tessuto bioptico). I campioni ottenuti da parenti di sangue (parenti biologici) possono fornire un'indicazione del profilo di un individuo, come possono i resti umani che sono stati precedentemente profilati.

Un campione di riferimento viene quindi analizzato per creare il profilo del DNA di un individuo utilizzando una di una serie di tecniche. Innanzitutto però, prima di analizzare il DNA occorre estrarlo. Questo è generalmente raggiunto attraverso i seguenti passaggi semplificati.
  1. Le cellule del campione vengono lisate (suddivise) in una soluzione tampone. 
  2. Proteine ​​e grassi denaturati vengono pellettizzati tramite centrifugazione. 
  3. Il lisato eliminato viene poi fatto passare attraverso una colonna, spesso contenente un elemento di carica positiva che si lega al DNA. 
  4. Proteine contaminanti, grassi e sali vengono poi rimossi attraverso diversi lavaggi. 
  5. Il DNA viene recuperato in una soluzione tampone/acqua. 
La quantità di DNA è spesso poi quantificata utilizzando tecniche spettrofotometriche. Vari metodi di estrazione sono stati ideati per diversi tipi di campione. Le analisi utilizzate più comunemente per estrarre e creare un profilo DNA sono le seguenti:
  1. Analisi RFLP 
  2. Analisi PCR
  3. Analisi STR
  4. AmpFLP
  5. Analisi DNA del rapporto famigliare
  6. Analisi Cromosoma-Y
  7. Analisi DNA Mitocondriale
Le fonti più utili per estrarre il DNA includono sangue, sperma, liquido vaginale, secrezioni nasali e capelli/peli con radici. E' teoricamente possibile ottenere DNA da elementi di prova come urina, feci e le cellule della pelle morta, anche se questa è spesso classificata come una fonte povera a causa della mancanza di cellule intatte e dagli alti livelli di contaminanti che impediscono il successo dell'analisi.

Il profilo del DNA viene poi confrontato con un altro campione per determinare se esiste una corrispondenza genetica.

Ovviamente, essendo una tecnica forense realizzata nel 1986, la polizia ai tempi di Jack lo Squartatore non poteva utilizzare la profilazione del DNA. In alcuni casi però, è possibile utilizzare un vecchio campione genetico e scoprire a chi potrebbe appartenere. Questo può permettere agli scienziati forensi contemporanei di svolgere le loro analisi. Tuttavia, alcuni requisiti devono essere mantenuti per avere un risultato affidabile.

Per questo è necessario, soprattutto sulla scena del crimine, catalogare e conservare in modo adeguato ogni reperto che potrebbe fornire prove o indizi. Il corretto metodo di raccolta degli elementi investigativi, che varia a seconda del tipo, deve evitare qualsiasi forma di contaminazione o danneggiamento del reperto dalla scena del crimine sino al suo arrivo al laboratorio di analisi competente.

Un piccolo oggetto secco può essere collocato in un foglio di carta piegato e poi sigillato in sacchetti di polietilene, mentre oggetti bagnati devono essere sigillati in sacchetti di polietilene e congelati, soprattutto se contengono potenziali campioni biologici. Ogni oggetto raccolto deve essere posto in un contenitore separato per evitare danni attraverso il contatto e/o la contaminazione incrociata. Infine, tutte le prove fisiche dovrebbero essere etichettate con le informazioni identificative, il luogo in cui è stato trovato, a quale delitto si riferisce , e la data e la firma di tutte le persone coinvolte nel suo recupero.

Tornando sull'oggetto di questi articoli, Aaron Kosminski come Jack lo Squartatore, a questo punto possiamo farci alcune domande interessanti.

Quanto sono affidabili i dati? Esiste la possibilità che le prove siano state contaminate in qualche modo in 126 anni? Cosa sappiamo veramente sullo scialle di Catherine Eddowes?

Continuate a seguirmi e se avete delle domande, non siate timidi e lasciate un commento.

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One Response so far.

  1. Dalle foto, per essere uno scialle che ha oltre 120 anni, è conservato benissimo.
    Ho delle cravatte comprate nel 2003 che paiono reperti pompeiani.

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