Lunedi 1° luglio 1889, l'inchiesta sulla morte di Elizabeth Jackson viene ripresa da Mr. Braxton Hicks.

La madre, le sorelle e vari amici e conoscenti della vittima sono presenti e danno testimonianze secondo le quali sono convinti senza ombra di dubbio sull'identificazione del corpo trovato nel Tamigi. Solo il fratello di Elizabeth, James Jackson, esprime dubbi riguardanti al riconoscimento, a causa della descrizione delle mani "signorili".

Si parla anche del fatto che fino alla fine di aprile, Elizabeth abbia vissuto e viaggiato con un mugnaio di nome John Faircloth, che fino a quel momento è rimasto irreperibile. La polizia ha espresso il desiderio di intervistare l'uomo, la cui fotografia è in procinto di venir distribuita in varie parti del paese, in attesa della sua localizzazione.

Faircloth, un ex soldato e disertore punito dal 3° Battaglione Granatieri, si dice sia il padre del figlio di Elizabeth e che lei si facesse passare come sua moglie, anche indossando un economico anello di ottone. E' noto anche per avere "maltrattato" Elizabeth come asserito da vari testimoni. La polizia ha anche reso noto che la defunta è stata vista viva e in compagnia di un uomo, poco più delle 24 ore antecedenti alle prime scoperte nel Tamigi.

L'indagine viene poi nuovamente rinviata finchè Faircloth ed il presunto uomo visto con Elizabeth la notte della sua morte possano venir localizzati dalla polizia. Vengono fornite le descrizioni di entrambi gli uomini.

L'inchiesta si conclude con l'ordine del coroner di seppellire i resti con il nome di Elizabeth Jackson.

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