Robert D'Onston Stephenson venne sospettato di essere Jack lo Squartatore da William Thomas Stead, un pioniere del giornalismo investigativo e direttore del The Pall Mall Gazette, la scrittrice Mabel Collins e dalla Baronessa Vittoria Cremers, la responsabile del lato commerciale della rivista teosofica Lucifer e, secondo Jean Overton Fuller, vicina ad Aleister Crowley e Victor Neuberg.
W.T. Stead |
Secondo Jakubowski e Braund, autori di The Mammoth Book of Jack the Ripper, Stephenson ha affermato di aver ucciso altre persone (per esempio un cinese in America durante la Febbre dell'oro), di conservare cravatte macchiate di sangue umano, oltre ad essere il proprietario di candele fatte con grasso umano.
D 'Onston ha scritto articoli sia per il Pall Mall Gazette che, con lo pseudonimo di Tautriadelta, per la rivista spiritualista The Borderland di W.T. Stead e Ada Goodrich Freer, una medium e chiaroveggente nota anche come Miss X e membro della Society for Psychical Research. Nell'articolo del 1 dicembre 1888 del Pall Mall Gazette, vengono dichiarati sei omicidi, e non cinque, e che i siti degli omicidio formino una croce sacrilega. Con questo articolo Stead si convinse che lo scrittore che conosceva da molti anni fosse Jack lo Squartatore.
Negli anni 1920-1930. la baronessa Cremers ha detto al giornalista Bernard O Donnell che una volta era entrata in camera di Stephenson, senza che lui lo sapesse, per rubare alcune lettere compromettenti che Mabel Collins gli aveva scritto. Sotto il letto, in una scatola di latta, aveva trovato sette cravatte macchiate con quello che sembrava essere sangue. Stephenson aveva detto a Cremers che lui sapeva chi fosse Jack lo Squartatore e, continuando il suo racconto, la storia sul dottor Davis, descrisse come il killer nascondesse gli organi rimossi dalle vittime dietro le cravatte. Cremers, dopo una conversazione con Stephenson, nella quale questo dichiarò che non ci sarebbe più stati omicidi dello Squartatore, e trovando le cravatte insanguinate nella camera di Stephenson, si convinse, insieme a Mabel Collins, che Jack lo Squartatore fosse lui.
Aleister Crowley |
Nel 1920 le cravatte sono probabilmente in possesso di Aleister Crowley. Secondo "Tiger Woman ", l'autobiografia del 1929 di Betty May, in occasione di una visita all'Abbazia di Thelema fondata nel 1920 a Cefalù (Sicilia, Italia) trovò una cassa contenente cravatte da uomo indurite da sangue secco. Quando chiese spiegazioni a Crowley, questo affermò che erano le cravatte che Jack lo Squartatore aveva indossato prima di ogni omicidio. Crowley affermò che lo Squartatore era un chirurgo e un mago nero, a lui noto, che aveva imparato a rendersi invisibile. Crowley non dice a Betty May il nome del serial killer. Nella sua autobiografia "The Confessions of Aleister Crowley" l'occultista inglese afferma che il contenuto della cassa siano le proprietà del Dr.D'Onston. Poco prima della sua morte nel 1947, scriverà un articolo intitolato "Jack the Ripper" in cui rafforza la sua forte convinzione che una parte importante del modus operandi di Jack lo Squartatore fosse influenzato dall'occulto e dalla magia nera.
La teoria di Collins e Cremers viene poi resuscitata da Richard Whittington-Egan in A Casebook on Jack the Ripper e successivamente sviluppato dall'autore Melvin Harris in Jack the Ripper: The Bloody Truth e i suoi due sequel. Lo scrittore Colin Wilson ha elogiato la ricerca fatta da Harris, ma ha concluso che non ha dimostrato alcun collegamento tra Stephenson e Jack lo Squartatore.
Jakubowski e Braund affermano che il problema principale con Stephenson come sospetto è che l'idea è fortemente dipendente dalle sua stessa testimonianza. Mentre Cremers, la principale testimone, è strettamente legata ad Aleister Crowley e a oggetti di scena teatrali - le dichiarazioni circa il sangue e le candele possono essere state specificamente progettate da Stephenson per spaventare due donne impressionabili. Anche l'autore Ivor Edwards nomina Stephenson come lo Squartatore nel suo libro Jack the Ripper's Black Magic Rituals .
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