Era un pò di tempo che non scrivevo qualche articolo qui, sulle pagine di Redjack.
Non perchè non ne avessi voglia o non avessi materiale interessante da condividere su Jack lo Squartatore. Le mie ricerche ed il mio studio del caso procedono, seppur a rilento, spaziando tra società e cultura vittoriana, facendomi immergere in libri - più o meno polverosi - e documenti vari. 

L'articolo che avevo in mente, come spesso accade per questo genere di post improvvisati, parte da un'idea e poi si sviluppa e prende una piega differente. Quindi seguitemi nel ragionamento che sto cercando di mettere nero su bianco e fatemi sapere il vostro parere con un commento qui sotto.

Film e serie tv sui serial killer, così come i documentari sono sempre esistiti.

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Una cosa che però ho notato durante tutto l'anno scorso ( 2020), segregato in casa a causa del lockdown dovuto alla pandemia del covid-19 è che, non importa cosa accada là fuori, nel mondo reale, la gente continua a cercare qualche forma di intrattenimento a base di serial killer più o meno noti - o nati dalla penna di qualche autore di fiction.

In questo articolo chiamerò solo in causa serie TV e docu-series basate su storie vere. In questo modo elimino una gran parte di fiction come Criminal Minds, The Alienist, Hannibal, Prodigal Son, True Detective e compagni.

Non è un fenomeno nuovo. I serial killer hanno sempre attratto una piccola comunità di addetti ai lavori, se così li vogliamo chiamare, e di curiosi. 

Per loro c'erano i documentari proposti dalle reti televisive, solitamente in orari improponibili o comunque per limitarne la fruizione alle fasce sensibili (bambini e minori). 

Ora, tuttavia, sembra che l'interesse per questo specifico genere di criminali e i loro omicidi stia dilagando anche tra i giovani, sempre di più, tanto da rendere quella che fino a qualche anno fa era considerata una nicchia commerciale, un più esteso e redditizio bacino mainstream.

I primi ad accorgersi di questo cambiamento di trend sono stati ovviamente, oltre agli "addetti ai lavori", le piattaforme impegnate nella distribuzione di contenuti d'intrattenimento ( film, serie televisive e altro) a pagamento mediante internet - Netflix, Amazon Prime Video... per citarne alcuni.

Sono così apparse negli ultimi anni serie televisive come "Mindhunter" (2017 - ) e docu-series come "Conversazioni con un Killer: The Ted Bundy Tapes" (2019) che hanno attratto un maggior pubblico e sollevato innumerevoli dibattiti, post e messaggi sui social media. In entrambi i casi, le storie presentate sono basate su fatti reali. Non si parla più di fantomatici assassini seriali - ispirati o meno a quelli reali - ma di veri e propri "mostri" che hanno camminato per le stesse strade delle nostre città, affollato le colonne dei nostri quotidiani e apparsi nei notiziari almeno 3 volte al giorno.

Mindhunter - e di cui avevo parlato a suo tempo qui - è un crime drama statunitense basata sul libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano (Mind Hunter: Inside FBI’s Elite Serial Crime Unit), scritto da Mark Olshaker e John E. Douglas.

L'arco narrativo ruota attorno agli agenti dell'FBI e alla psicologa che gestisce l'Unità di Analisi Comportamentali dell'FBI all'interno della divisione di addestramento presso l'Accademia dell'Agenzia Federale a Quantico, Virginia. Loro compito è intervistare i serial killer incarcerati per capire come pensano, con la speranza di applicare questa conoscenza per risolvere i casi in corso.  

La prima stagione (Ottobre 2017) si svolge dal 1977 al 1980, agli albori della psicologia criminale e della profilazione criminale presso il Federal Bureau of Investigation. In questa stagione vediamo il famigerato serial killer Edmund Kemper, che li aiuta a capire come funziona la mente di un assassino seriale.

La seconda stagione (Agosto 2019) si svolge tra il 1980 e il 1981, coprendo gli omicidi di Atlanta dal 1979 al 1981 - basato sul caso reale di Wayne Williams, accusato dell'omicidio di due uomini adulti ma che non è mai stato ritenuto colpevole di aver ucciso almeno 28 bambini e adolescenti. La seconda stagione presenta anche altri famosi serial killer, come David Berkowitz e Charles Manson.1

Conversazioni con un Killer: The Ted Bundy Tapes
 Ã¨ un documentario americano presentato in anteprima su Netflix il 24 gennaio 2019, il 30° anniversario dell'esecuzione di Ted Bundy. La docu-serie è creata e diretta da Joe Berlinger -  lo stesso regista di Ted Bundy - Fascino criminale (Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile) uscito nel Maggio 2019 come adattamento cinematografico del libro The Phantom Prince: My Life With Ted Bundy di Elizabeth Kendall, fidanzata di lunga data del serial killer, qui interpretato da Zac Efron

Nei quattro episodi di 60 minuti, tratti da oltre 100 ore di interviste e filmati d'archivio del serial killer, lo spettatore segue dettagliatamente e cronologicamente la vita, i crimini, gli arresti, le fughe e la morte di Bundy. 

Filmati d'archivio, prove della polizia, foto personali e le interviste del braccio della morte di Stephen Michaud del 1980 sono tutte presenti nella serie. Non mancano contenuti anche da parte delle persone legate al caso Bundy: vittime sopravvissute, testimoni, la sua famiglia e gli ex amici, insieme a ufficiali, funzionari e giornalisti.

A fine 2019 abbiamo così due serie dedicate ai crimini perpetrati dai serial killer con un approccio differente.

Mentre Mindhunter rivolge lo sguardo all'Unità di Analisi Comportamentale del Federal Bureau of Investigation - guarda cioè ai "buoni" che danno la caccia ai "mostri" - ed al loro lavoro di profilazione criminaleConversazioni con un Killer: The Ted Bundy Tapes ci porta in casa i fatti puri e crudi di una sequenza di omicidi mostrandoci il "mostro" all'opera.

A questo punto, a quanto pare, vincono gli ascolti a parità di costi di produzione. Come sempre il pubblico assetato di Voyeurismo e sangue ha la meglio. La terza stagione di Mindhunter, che preannunciava uno sguardo più attento su Dennis Rader (il BTK Killer, il cui acronimo significa "bind, torture and kill") viene posticipata a data da destinarsi e Netflix inizia a mettere in cantiere altre docu-series. 

Home Box Office (HBO), per non perdere terreno, si presenta a fine giugno 2020 con un documentario/serie tv in sei parti.

I'll Be Gone in the Dark è diretto da Liz Garbus, Elizabeth Wolff, Myles Kane e Josh Koury e ruota attorno alla figura di Michelle McNamara che ha vissuto una vita tranquilla, ma mentre la sua famiglia dormiva, trascorreva le notti indagando e scrivendo un libro sul Golden State Killer, approfondendo il mondo delle chat room online e dei blog sul crimine.

L'assassino era presumibilmente responsabile di almeno 12 omicidi e almeno 50 stupri con invasione domestica commessi negli anni '70 e '80. Ma ha eluso la polizia fino a quando non è stato finalmente arrestato nel 2018 all'età di 72 anni.

McNamara, descritta nei materiali di stampa come giornalista e  “citizen detective", non è vissuta abbastanza da poter vedere l'arresto. È morta improvvisamente nel 2016 all'età di 46 anni.

Ha scritto un libro sulla sua ricerca del Golden State Killer (un soprannome che lei stessa aveva creato) intitolato Dieci brutali delitti (I'll Be Gone in the Dark), che è stato pubblicato postumo. Ed ora è stato adattato per questa serie.

Alla "corsa all'oro" si aggiungono anche gli Inglesi che non sono così nuovi alla rappresentazione televisiva o cinematografica di storie true crime.

È così che il 14 settembre 2020 arriva sugli schermi britannici la miniserie in tre parti DES, un crime drama che porta David Tennant ad interpretare il ruolo del serial killer scozzese Dennis Nilsen che nel 1983 venne arrestato dopo il ritrovamento di resti umani che bloccavano uno scarico vicino alla sua casa di Londra.

Tutti gli omicidi di Nilsen furono compiuti nei suoi due domicili londinesi. Le vittime venivano attirate a casa sua e poi strangolate, oppure, in alcuni casi, affogate nella vasca da bagno. Dopo ogni omicidio, Nilsen osservava un rituale ben preciso nel quale lavava e vestiva i cadaveri, che conservava in casa per prolungati lassi di tempo, prima di dissezionarli e disfarsi dei resti gettando gli organi nel gabinetto e bruciando i corpi in falò approntati nel giardino sul retro della sua abitazione.

Il dramma è l'undicesimo di una sequenza di miniserie ITV con i più famosi casi di omicidio britannici degli ultimi due secoli, a seguito di This Is Personal: The Hunt for the Yorkshire Ripper (2000), Shipman (2002), A Is for Acid (2002) ), The Brides in the Bath (2003), See No Evil: The Moors Murders (2006), Appropriate Adult (2011), Dark Angel (2016), In Plain Sight (2016), White House Farm (2020). 

The Ripper
è una docu-serie britannica true crime diretta da Jesse Vile ed Ellena Wood e pubblicata su Netflix il 16 dicembre 2020. 

La miniserie in quattro parti racconta gli eventi e le indagini relative agli omicidi di 13 donne avvenuti nel West Yorkshire e Manchester tra il 1975 e il 1980 per mano di Peter Sutcliffe

Soprannominato Yorkshire Ripper dalla stampa, i giornalisti sono stati presi dalle somiglianze con gli omicidi condotti dal famigerato Jack the Ripper e hanno usato il nome per suscitare interesse nel pubblico. 

Questa serie segue la cronologia degli eventi ed è raccontata attraverso interviste con investigatori, giornalisti, sopravvissuti e familiari delle vittime - proprio come Conversazioni con un Killer: The Ted Bundy Tapes.

Ho potuto osservare in un breve lasso di tempo ed in quest'ordine sia The Ripper che This Is Personal: The Hunt for the Yorkshire Ripper e, pur raccontando la storia dello stesso assassino seriale, ho potuto notare come i due prodotti trasmettano messaggi e sensazioni differenti allo spettatore. 

L'anno 2021 si apre con la premiere su BBC One di una miniserie in 8 episodi e resi immediatamente disponibili su BBC iPlayer dedicata ad un'altro serial killer. La serie è in collaborazione con Netflix e quindi presto arriverà anche su quella piattaforma.

The Serpent Ã¨ la storia contorta ma purtroppo reale di Charles Sobhraj, un assassino seriale, ladro e seducente maestro del travestimento, che tramava nell'oscurità nascondendosi sul "Sentiero Hippie" dell'Asia a metà degli anni '70.

Era meglio conosciuto come il Bikini Killer a causa dell'abbigliamento delle sue vittime, così come lo Splitting Killer e The Serpent, a causa della sua astuzia ingannevole e doti d'evasione.

Sobhraj ha commesso almeno una dozzina di omicidi ed è stato condannato e incarcerato in India dal 1976 al 1997. Dopo il suo rilascio, si è ritirato, promuovendo la sua infamia a Parigi. Sobhraj è poi tornato in Nepal nel 2003, dove è stato arrestato, processato e condannato all'ergastolo.

The Pembrokeshire Murders 
è una miniserie televisiva britannica in tre parti, basata sugli omicidi del serial killer gallese John Cooper avvenuti nel Pembrokeshire.  È stata presentata in anteprima su ITV l'11 gennaio 2021.

Nel 2006, il neopromosso Detective Superintendent Steve Wilkins (Luke Evans) ha deciso di riaprire due casi di omicidio irrisolti negli anni '80 legati a una serie di furti con scasso. Nuovi progressi nella tecnologia per l'analisi forense del DNA, i rapporti dei testimoni e le impressioni degli artisti sul sospetto portano la polizia di Dyfed-Powys a rivedere un episodio del 1989 di Bullseye, che porterà alla cattura del serial killer. 

Il dramma è la dodicesima serie di miniserie ITV precedentemente citate.

Sono appena passate circa 2 settimane dall'inizio dell'anno ed abbiamo già 3 serie che parlano di serial killer.

Night Stalker: caccia a un serial killer
arriva infatti subito a ruota  su Netflix.

Questo è uno dei serial killer più terrificanti della storia americana. Il più delle volte, questi mostri seguono uno schema che può renderli relativamente prevedibili, ma Richard Ramirez, che sarebbe stato soprannominato Night Stalker dalla stampa, era un tornado di violenza casuale. Omicidi, aggressioni, stupri, rapimenti. Terrorizzò la costa della California tra Los Angeles e San Francisco nel 1984 e nel 1985 e alla fine fu condannato per 13 capi di omicidio, 5 capi di tentato omicidio, 11 capi di violenza sessuale e 14 capi di furto con scasso, anche se probabilmente solo una frazione dei suoi crimini effettivi.

Anche questa è una docu-serie e, proprio come gli altri proposti da Netflix, segue la cronologia degli eventi ed è raccontata attraverso interviste con investigatori, giornalisti, sopravvissuti e familiari delle vittime.

Quest'ultima sembra però scandalizzare molto di più il pubblico. Ma non per l'efferatezza di Ramirez. Il pubblico sembra essere scioccato per la scelta di usare foto delle scene del crimine che mostrano la violenza di un serial killer. 

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Ma porta anche alla luce una cosa che personalmente ho potuto constatare girovagando su vari gruppi e forum durante le mie ricerche: anche oggi, come allora, ci sono donne - così come ragazzine appena sedicenni - innamorate o attratte da Ted Bundy piuttosto che da Richard Ramirez. 

Una volta volevano sposare Simon Le Bon - per citare il titolo di un film di un'altra generazione.

Stiamo forse avendo un'escalation di morbose necessità non appetibili a tutti i palati? 

Come mai si stanno riformando gruppi di groupie innamorate o attratte dal serial killer bello e tenebroso? 

Cosa ci dobbiamo aspettare in futuro sui nostri schermi? 

Porgo anche a voi queste tre domande. Miei cari lettori, voi cosa ne pensate? Aspetto i vostri commenti.

Io posso solo anticiparvi che presto vedremo altre serie televisive ed altri docu-series.

The Barking Murders
Interpretato da Stephen Merchant e Sheridan Smith, The Barking Murders andrà in onda su BBC One nel 2021 e seguirà la vera storia dell'arresto del serial killer Stephen Port. Raccontato dal punto di vista delle famiglie delle quattro vittime dell'assassino, lo "show" le seguirà nel tentativo di scoprire cosa è successo ai loro cari.

Dr Death
Basato su un podcast con lo stesso nome, Dr Death vede Joshua Jackson nel ruolo di Christopher Duntsch, un neurochirurgo che si pensava avesse ucciso e mutilato 33 pazienti durante la sua carriera. Lo spettacolo deve ancora confermare un distributore nel Regno Unito ed è pronto per essere trasmesso sul servizio di streaming Peacock negli Stati Uniti.

Monster: The Jeffrey Dahmer Story
Ryan Murphy è la mente dietro l'imminente dramma true crime per Netflix basato su Jeffrey Dahmer, che ha ucciso 17 uomini e ragazzi in un periodo che va dagli ultimi anni '70 all'inizio degli anni '90. La serie esaminerà le critiche indagini della polizia sugli omicidi e il modo in cui è stato arrestato.



1 - Charles Manson continua ad essere schedato come Serial Killer. Ma non lo è! Possiamo definirlo Cult Leader. Nel 1971, fu condannato per omicidio di primo grado e cospirazione per commettere omicidio per la morte di sette persone, tra cui l'attrice cinematografica Sharon Tate. L'accusa ha affermato che, sebbene Manson non abbia mai ordinato direttamente gli omicidi, la sua ideologia costituiva un evidente atto di cospirazione.  Manson è stato anche condannato per omicidio di primo grado per la morte di Gary Hinman e Donald Shea.  Quindi omicida ma non di certo assassino seriale!

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