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Jack The Ripper è fuggito da Londra per rifugiarsi nella colonia del Nuovo Galles del Sud al culmine della furia omicida seriale più famosa del mondo?

L'attacco mortale ad Alice McKenzie nel 1889 fu la sua ultima dichiarazione per perseguire quella che era, non solo una sfacciata follia omicida, ma una macabra prodezza pubblicitaria motivata politicamente?

È concepibile che un maniaco si sia preso la briga di cercare di arrestare il flusso di rifugiati ebrei che si riversava nell'East End di Londra, proprio mentre l'area veniva messa sotto i riflettori politici?

Il giornalista Stephen Senise, esplora queste domande e i distretti della vecchia Whitechapel per scoprire che nel febbraio 1888 le tensioni della comunità erano così alte che furono disposte due commissioni parlamentari di indagine selezionate per consigliare la Camera dei Comuni e la Camera dei Lord sulle tensioni sociali e industriali facendo a pezzi una comunità.

Entra in un opportunista inferno intenzionato a trasmettere un messaggio di odio ... un pazzo, pronto a scatenare un "Autunno del terrore".

False Flag Jack The Ripper è un saggio molto interessante sulla comunità 'ebraica vittoriana dell'East End di Londra e del relativo antisemitismo, come raffigurato dai rapporti della stampa e dei media dell'epoca.

È interessante vedere come gli ideali antisemiti della fine del 1880 possano essere un sottostrato complementare agli omicidi più terrificanti della storia britannica: gli omicidi di Whitechapel del 1888.

L'autore analizza ogni omicidio, ogni scena del crimine e le relative vittime tanto quanto il contesto politico e sociale del periodo. Il suo lavoro potrebbe spiegare le motivazioni alla base di uno dei più enigmatici testimoni di tutta la storia di Jack lo Squartatore: George Hutchinson.

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