Sir Bernard Henry Spilsbury (16 Maggio 1877 - 17 dicembre 1947) fu un patologo britannico che giocò un ruolo cruciale nello sviluppo dell'Operazione Mincemeat durante la Seconda Guerra Mondiale e che salvò migliaia di vite del personale di servizio alleato.

Educato al Magdalen College di Oxford, prese un Bachelor of Arts in scienze naturali nel 1899, un MB BCh nel 1905 e un Master of Arts nel 1908. Studiò al St Mary's Hospital di Paddington, Londra, dal 1899. Si specializzò in patologia forense, una novità dell'epoca. Nel mese di ottobre 1905, venne nominato assistente patologo residente all'ospedale St Mary, quando il London County Council chiese a tutti gli ospedali generali dell'area di nominare due patologi qualificati per effettuare le autopsie in seguito a morti improvvise.

Fu Spilsbury che, insieme con il personale di Scotland Yard, definì e divenne responsabile della cosiddetta Murder Bag - il kit contenente guanti di plastica, pinzette, sacchetti per le prove... - che i detective utilizzano, ancora oggi, sulla scena di una morte sospetta.

Il caso che portò Spilsbury alla pubblica attenzione fu quello di Hawley Harvey Crippen nel 1910, dove fornì prove forensi per quanto riguarda la probabile identità del resti umani trovati in casa Crippen. Spilsbury concluse che una cicatrice su un piccolo pezzo di pelle dei resti ritrovati indicavano come vittima la signora Crippen.

Spilsbury diede poi testimonianza al processo di Herbert Rowse Armstrong, l'avvocato accusato di avvelenare la moglie con l'arsenico.

Il caso che consolidò la sua reputazione come primo patologo forense della Gran Bretagna fu il processo degli omicidi delle "spose nella vasca da bagno" del 1915. Tre donne morirono misteriosamente nel loro bagni apparentemente per incidenti. George Joseph Smith venne accusato per l'omicidio su una di queste donne, Bessie Mundy. Spilsbury testimoniò che la coscia di Mundy presentava evidenza di pelle d'oca e, poichè al momento della morte, stava stringendo un pezzo di sapone, era certo che si trattasse di morte violenta - in altre parole, venne assassinata.

Spilsbury venne anche coinvolto nei casi degli Omicidi del torso di Brighton. Anche se l'uomo accusato del secondo omicidio, Tony Mancini, venne assolto, confessò l'omicidio poco prima della sua morte, molti anni più tardi, dimostrando le prove di Spilsbury.

Spilsbury era in grado di lavorare anche con resti minimi, come accadde nel caso su Alfred Rouse (il "Blazing Car murder"). Un corpo quasi distrutto venne trovato nel relitto di una macchina bruciata vicino a Northampton nel 1930. Anche se la vittima non venne mai identificata, Spilsbury seppe dare prova di come fosse morto facilitando la condanna di Rouse.

Durante la sua carriera, Spilsbury eseguì migliaia di autopsie, non solo delle vittime di omicidio, ma anche dei criminali giustiziati.

Spilsbury venne nominato cavaliere nel 1923. Fu un patologo approvato dal Ministero degli Interni e docente di medicina forense presso l'University College Hospital, la London School of Medicine per le donne e al St Thomas' Hospital. Fu anche un membro della Royal Society of Medicine.

Negli anni successivi, i metodi dogmatici e la sua inflessibile convinzione sulla propria infallibilità diedero luogo a critiche. I giudici incominciarono a esprimere preoccupazione per la sua invincibilità in tribunale e recenti ricerche hanno indicato che il suo dogmatismo inflessibile portò a errori giudiziari.

Il 17 luglio 2008, i file che contengono le note sui decessi documentati da  Spilsbury nella contea di Londra e le Home Counties dal 1905 al 1932  sono stati venduti presso Sotheby ed acquisiti dalla Wellcome Library di Londra. I documenti, scoperti in un armadio perduto, sono le note che Spilsbury apparentemente accumulò per un libro di testo di medicina forense che aveva in mente, ma non esiste alcuna prova che indichi che abbia iniziato il libro.

Le morti premature dei figli, Peter e Alan, furono un colpo da cui Spilsbury non recuperò mai. La depressione, oltre a finanze e salute in declino, si ritengono siano stati i fattori chiave della sua decisione di suicidarsi con il gas nel suo laboratorio presso l'University College di Londra, nel 1947.

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