Il true crime è un argomento popolare in questo momento. Le persone sono dipendenti da film, serie televisive e persino podcast dedicati a questo genere - racconti di veri omicidi.

Qualcuno vuole i dettagli raccapriccianti. Si vuole vedere cosa è successo, come è successo e chi l'ha fatto. Sembra che solo questo sia in grado di catturare l'attenzione degli spettatori.

Ma a volte si esagera e si finisce per realizzare dei prodotti che non hanno né capo né coda - anche se il crimine preso in considerazione è una pietra miliare della storia criminologica come nel caso di Jack lo Squartatore.

Razors: The Return of Jack the Ripper non è un diretto adattamento  degli omicidi del serial killer londinese. E' una continuazione moderna, come se lo spirito di Jack tornasse a causare caos nella Londra del 2016 (anno di uscita del film).

La trama, se così si può definire, è veramente banale.

Un gruppo di promettenti sceneggiatori viene condotto in un edificio abbandonato di Londra per creare il più grande copione horror possibile. Ruth Walker (Kelby Keenan) decide che rappresentare la storia di Jack lo Squartatore - grazie al fantomatico ritrovamento dei coltelli usati durante i crimini - in un modo mai raccontato prima sia l'idea giusta.

Razors Ã¨ uno di quei film che cerca di vivere contemporaneamente sia nel mondo dei sogni che nella realtà. La protagonista sogna cose orrende ai danni degli altri personaggi, solo per svegliarsi e scoprire che tutti stanno bene. Il film è così fuori dai binari che, anche quando i personaggi incominciano a sparire e morire, non ha alcun senso.

La "rivelazione" presentata alla fine del film - come chiave di volta della vicenda - fa sì che tutto ciò che è accaduto precedentemente non abbia alcun senso e porti lo spettatore a farsi più domande che avere effettive risposte. Brutta cosa quando la storia sta per concludersi.

La parte più stupida di Razors: The Return of Jack the Ripper è la fine del film - prima dei credits - non la rivelazione. Il film manca di un vero finale. Non c'è una conclusione. Non c'è una situazione grazie alla quale si possa presumere un sequel - e Grazie a Dio non c'è!
Il film arriva ad un punto, rivela una svolta e si conclude. Non sembra che sia finito, ma i titoli di coda dimostrano il contrario.


Razors: The Return of Jack the Ripper è un pasticcio poco intelligente che cerca di spaventare senza riuscirci. I colpi di scena sono incredibilmente stupidi. La storia è debole.

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